Come per molti ragazzini che avevano iniziato a leggere i supereroi Marvel dal loro apparire nel 1970, anche per me la chiusura della mitica Editoriale Corno nei primi anni ottanta coincise con la fine dell’adolescenza e con il diminuire dell’interesse per i fumetti.

La passione però, sotto le ceneri, rimase e mi spinse a scoprire che l’Editoriale Corno esisteva anche prima dell’avvento dei supereroi. Per tutti gli anni sessanta era stata una casa editrice dinamica che aveva alternato molti flop a pochi, ma significativi, successi, segnando in qualche modo la storia del fumetto italiano.
Le testate edite durante il primo decennio di vita furono molte, speriamo di essercele ricordate tutte…

Viva! (1960)

L'EDITORIALE CORNO PRIMA DELLA MARVEL



Negli anni cinquanta Andrea Corno era un giovane dipendente della Banca Popolare di Milano che condivideva con il cognato Luciano Secchi la passione per i fumetti. Insieme ebbero l’idea di pubblicare i loro personaggi preferiti.

Nel 1960 Andrea Corno, con la editrice Serpente Volante, diede alle stampe la rivista antologica Viva! Su Viva apparvero fumetti americani classici delle strip quotidiane come (Flash) Gordon, Rip Kirby, Agente segreto X-9 e il “Principe Valentino” (Prince Valiant). Erano stati tutti tradotti dall’inglese da Secchi che, per pagarsi gli studi universitari, lavorava, fra l’altro, come traduttore. La rivista, dall’aspetto dilettantesco, durò solo due numeri.

L’Ardimentoso (1960)

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Chiusa Viva!, il creativo Luciano Secchi e l’amministrativo Andrea Corno non si diedero per vinti e pubblicarono una seconda rivista dall’impostazione simile: L’Ardimentoso. Questa pubblicazione ebbe maggior fortuna e arrivò fino al numero 14, anche se la grafica continuava a essere approssimativa. 

Gordon (1960)

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Preso atto che il personaggio che tirava di più tra quelli che avevano presentato era Flash Gordon, la giovane azienda pensò di dedicargli una serie intera. La Corno si assunse dunque il compito di pubblicare le avventure di Flash Gordon tra il 1960 e il 1963, ovvero tra l’agonia terminale della casa editrice Nerbini e il successivo nuovo fortunato ciclo dei Fratelli Spada.

L’Editoriale Corno (che fino al n. 6 si chiamava ancora Serpente Volante) pubblicò per 31 mesi la produzione giornaliera di Dan Barry uscita in America dal 1956 al 1961. Un piccolo successo dopo le due meteore precedenti.

 

Maschera Nera (1962)

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Se la casa editrice aveva pubblicato fino a questo momento solo personaggi esteri per risparmiare, il successo arrivò con il primo eroe made in Italy che l’Editoriale Corno, ormai sicura di sé, si decise a mettere in cantiere. Si tratta di Maschera Nera, scritto da “Ellesse” (dalle iniziali di Luciano Secchi) e disegnato da Paolo Piffarerio. I personaggi sono un pistolero mascherato tipo Zorro e Lone Ranger.

Secchi si fa notare grazie alle sceneggiature ricche di trovate, con dosi massicce di humour e di violenza, mentre Piffarerio si distingue per le sue contorsioni anatomiche sempre al limite del verosimile.

Kansas Kid (1963)

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Visto il successo di Maschera Nera, l’Editoriale Corno decide di continuare con il western. Ristampa le avventure del primo eroe meticcio del fumetto western italiano, Kansas Kid, figlio del pistolero Wild Bill Hickock e di una principessa sioux, realizzato dal 1948 da Carlo Saccarello e Carlo Cossio per la Collana Sparviero dell’editrice Cremona. Kansas Kid era stato riproposto dall’editrice Zenit nel 1952 e dall’editrice Selene nel 1955.
La ristampa della Corno si articolò su tre serie per un totale di 55 numeri.

Bill Ranger (1963)



La Corno continua a spingere sul western, che del resto era il genere più diffuso tra i fumetti di quegli anni, editando una serie di nove albi a strisce di produzione spagnola, disegnati da Cueto. Le copertine, inedite, erano di Enzo Carretti (E. Car) e Raffaele Cormio (R. Fante).
La serie proseguirà con la testata “Rodeo” e dopo tre numeri cambierà formato da striscia ad albo. 



Red Rock (1963)

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Altra serie di nove fumetti a strisce contenente fumetti western di produzione spagnola con protagonista il biondo Red Rock, di José Luis De La Ziente.
Come la serie precedente anche questa cambierà nome, in “Carovana”, e passerà al formato albo.



Capitan Audax (1963) 

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Ellesse ritorna con un nuovo western. Le avventure della giovane giubba rossa Dan Larson detto Audax (un omaggio al celebre King of Royal Mounted di Grey e Dean) per i disegni di Sergio Montipò e Birago Balzano.
La periodicità era mensile, le pagine 48 e il formato un “gigantesco” 19,5 X 24 cm.: ne uscirono 17 albi.

La Primula Verde (1964)

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Per questa incursione nel genere cappa e spada Luciano Secchi utilizza lo pseudonimo di Simplex.

I disegni sono di Saverio Micheloni (Mike Saver) e le copertine di Enzo Carretti (E. Car) e Luigi Corteggi (Cortez). La periodicità era mensile, le pagine 48 e il formato 17 X 24. Ne verranno pubblicati 10 numeri.

I Classici del suspense (1964)

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Mediocre ma al tempo stesso interessante rivista antologica dedicata al genere giallo-fantastico (sconfinante nel paranormale e nell’occulto) realizzata da vari autori spagnoli.
La periodicità era mensile, le pagine 128 e il formato era 12 X 17 cm. Ne vennero pubblicati 16 numeri. 

Kriminal (1964)

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Molto pragmaticamente l’Editoriale Corno si era buttata all’inizio sul genere western, che era di moda dagli anni cinquanta. Negli anni sessanta un nuovo genere si era affacciato alla ribalta con successo: quello del fumetto nero, che aveva come capostipite Diabolik.

Secchi cambia ancora pseudonimo, diventa Max Bunker, e accoglie in redazione quello che diventerà forse il miglior disegnatore italiano di sempre: Magnus (Roberto Raviola). L’alchimia tra i due fu immediata e la piccola casa editrice potè finalmente spiccare il volo con Kriminal, uno dei fumetti più iconici degli anni sessanta. Ebbe talmente successo che da mesile passò a settimanale.

Satanik (1964)

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Se ci si pensa bene, la bella Satanik è un personaggio ancora più innovativo di Kriminal, che tutto sommato deriva dal modello del criminale mascherato lanciato da Diabolik. Il formato è sempre quello tascabile, che identifica il fumetto per adulti.

Inquadrata nel generico genere “nero”, Satanik anticipa due generi che ancora non esistono nel panorama fumettistico italiano: l’horror e l’erotico. Di questo si accorse ben presto anche la censura, in particolar modo il pretore di Lodi che per un certo periodo sequestrava praticamente ogni numero.

Agente SS018 Dennis Cobb (1965)

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Sempre alla ricerca di nuovi generi fumettistici, Luciano Secchi e Andrea Corno guardano al cinema e non possono ignorare l’enorme successo di James Bond, il personaggio di Ian Fleming che veniva dai successi plurimiliardari di Goldfinger e Thunderball. SS018 risulta però una copia troppo simile all’originale.
Un fumetto con poco da dire che non andrà oltre il numero 41, anche per la scarsa attenzione che gli poté prestare Magnus, coinvolto maggiormente su Kriminal e Satanik.

Guerra d’Eroi (1965)

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Con Guerra d’eroi l’Editoriale Corno cerca di inserirsi nel genere bellico sfruttando l’onda del successo di Supereroica della Dardo, che pubblicava storie a fumetti prodotte dall’editrice inglese Fleetway, realizzate anche da disegnatori italiani come Rino Albertarelli, Renzo Calegari e Hugo Pratt.

La collana settimanale della Corno invece pubblica materiale della casa editrice scozzese D.C. Thompson e ha un successo moderato ma costante che le permette di arrivare fino al numero 784.

 

Guerra di spie (1965)

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L’Editoriale Corno cerca di bissare il successo di Guerra d’eroi pubblicando questo Guerra di spie, rivista mensile di 128 pagine formato 12 x 17 Si tratta di un’antologia di fumetti di genere spionistico realizzati da autori spagnoli. La collana durerà solo 6 numeri per poi proseguire con la testata Marines per altri 36 numeri.

Zorak (1965)

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Con Zorak, Luciano Secchi torna a firmarsi Ellesse (pseudonimo indirizzato ai fumetti per ragazzi) e si cimenta per la prima volta nella sua carriera con i “tarzanidi”. La parte grafica fu affidata a Erminio Ardigò, mentre le copertine erano opera di Enzo Carretti (E.CAR). Si tratta di un mensile di sole 32 pagine in formato 17 x 24 cm. 

El Gringo (1965)

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Luciano Secchi torna al western con più sicurezza e consapevolezza di quando aveva realizzato Maschera Nera, firmandosi nuovamente Max Bunker.
El Gringo, disegnato da Paolo Piffarerio, rappresenta l’ennesimo tentativo da parte dell’editore di inseguire la moda del momento, in questo caso gli spaghetti-western. El Gringo, infatti, ricorda il Clint Eastwood della trilogia del dollaro, ma ricorda anche Kriminal per gli elementi trasgressivi che fanno di questo tascabile una serie ancora oggi apprezzata dai lettori. Dura 35 numeri.

Tanks (1965)

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Quindicinale di 96 pagine in formato 11,4 x 16,6 cm. che pubblica racconti di guerra realizzati dalla D.C. Thompson. La collana dura sette albi.

Gesebel (1966)

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Con Gesebel la coppia di Magnus e Bunker compie, senza accorgersene, un’altra rivoluzione. Sotto l’apparenza di un fumetto di fantascienza i due confezionano storie a elevata tensione erotica con tinte sadomaso.

Gesebel contiene tutti gli ingredienti che di lì a pochi mesi determineranno l’esplosione dei tascabili sexy, manca però il coraggio di andare fino in fondo e la serie vivacchia per qualche tempo per poi concludersi con il n. 23.

Cupido (1966)



Persino un settore che in Italia ha avuto sempre scarse vendite come quello dei fumetti rosa (a causa dei ben più diffusi fotoromanzi) non viene trascurato dall’Editoriale Corno, che su questa serie mensile di 128 pagine in formato 12 x 17 cm. durata non più di una manciata di numeri, pubblica materiale della Love Story Library della Fleetway, spesso con disegni di autori italiani dello studio Creazioni D’Ami di Milano.

Questa pubblicazione è rappresentativa della politica editoriale Corno, cioè pubblicare praticamente tutto quello che gli viene presentato dalle agenzie per chiudere subito le testate quando non raggiungono il successo.

I Valorosi (1966)



Ancora una serie sui fumetti di guerra realizzati dalla D.C. Thompson. Questa collana settimanale di 64 pgine di formato 12 x 17 cm. raggiunge i 54 numeri e avrà un appendice di 8 numeri denominata “I supervalorosi”.

I racconti del terrore (1966)



Settimanale di 64 pagine in formato 12 x 17 cm che tenta di introdurre in Italia il genere del fumetto horror, pubblicando materiale realizzato da un “gruppo di cartoonisti anglosassoni” specializzati nel genere. Non supererà gli 8 numeri.

Servizio Segreto (1966)



Rivista settimanale di 64 pagine 12 x 17 pagine, che come la precedente pubblica materiale realizzato dalla V.V. Artists London, stavolta di genere spionistico. Ne verranno pubblicati 10 numeri.

I racconti dell’impossibile (1967)



Storie mediocri e disegni scadenti per questa serie dedicata all’horror. Quindicinale
di ben 192 pagine in formato 12 x 16,6 cm., si ricorda principalmente per le copertine letteralmente “da paura”, bellissime e piene di atmosfera, disegnate dal sempre più bravo Corteggi, art director della casa editrice.

Eureka (1967)



L’Editoriale Corno, che nel 1967 si sta arricchendo grazie al successo di Kriminal, pensa sia ormai arrivato il momento di entrare nel salotto buono del fumetto italiano con una rivista realizzata nello stile di Linus. Non ci riuscirà, ma nemmeno fallirà dato che uscirà fino alla fine della casa editrice.
Tra i meriti di Eureka c’è quello di aver pubblicato Maxmagnus, ennesima geniale creazione del duo Magnus e Bunker. 

Milord (1968)



Ennesimo personaggio di Bunker e Piffarerio, il ladro gentiluomo Milord, albo nel formato 13 x 18,4 cm. per 64 pagine, non esalta il pubblico. Parte come quindicinale, poi dopo cinque numeri diventa mensile e dopo altri cinque chiude.

Rio River (1968)



Dimenticato mensile nel formato 11 x 18 cm. per 128 pagine della Editoriale Corno. Rio River è un western che ha per protagonista un gambler. Eppure le storie di Max Bunker non sono male e le copertine di Luigi Corteggi sono bellissime. Meno riusciti i disegni di Antonio Maria Consiglio.

Tommy (1968)



Se Eureka era la “casa” di Andy Capp, il fortunato personaggio di Reg Smythe considerato il re dei fannulloni, Tommy, la rivista gemella che esce a distanza di un anno, è la “casa” dell’indolente operaio Tommy Wack di Hugh Morren. La rivista dura solo 9 numeri e viene ricordata soprattutto per avere ospitato “Il piccolo fiammiferaio”, capolavoro cinico di Magnus e Bunker.

Alan Ford (1969)



Nel 1969 Magnus e Bunker sono pronti per fare il botto. Dopo aver perfezionato la sua naturale propensione per l’umorismo cinico in Kriminal e Satanik, Max Bunker aggiunge un ultimo ingrediente a quello che diventerà un fumetto perfetto: la poesia. Alan Ford diventa il luogo dove viene messa in scena la poetica dell’ironia e uno dei maggiori successi fumettistici dell’epoca. 

D’Artagnan (1969)



Con D’Artagnan entra a far parte della redazione della editoriale Corno la ventitreenne Maria Grazia Perini, diplomata in lingue, autrice di traduzioni e dei testi di questa seconda incursione nel genere cappa e spada dopo lo sfortunato Primula Verde. Ai disegni c’è Roberto Peroni Corbella, già collaboratore di Kriminal e Satanik. Questo tascabile settimanale di 64 pagine di formato 12 x 16,6 cm. chiuderà dopo 10 numeri: non l’ha aiutato lo sceneggiato sui Tre Moschettieri presentato in tv.

Con D’Artagnan si chiude anche il periodo formativo dell’Editoriale Corno, che di li a poco inizierà a pubblicare i supereroi Marvel. Ma questa è un’altra storia.



Un pensiero su “L’EDITORIALE CORNO PRIMA DELLA MARVEL”
  1. Pezzo molto interessante. Sarebbe bello uscisse un libro dedicato alle pubblicazioni Corno sulla falsariga di quello Bianconi uscito qualche tempo fa’

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