La ricerca di Dio e la riflessione sul divino sono temi ricorrenti nei fumetti di Jack Kirby, spesso intrecciati con il suo background culturale e le sue ambizioni artistiche e filosofiche. Kirby non si limitava a raccontare storie di supereroi: usava il medium del fumetto per cercare di rispondere a domande esistenziali, cosmiche e spirituali. La sua visione del divino era influenzata dalla sua educazione ebraica, dalle mitologie e dalla sua stessa immaginazione, spesso portando avanti una ricerca personale di significato. Kirby era affascinato dall’immensità dell’universo e dall’idea di entità superiori che lo governano. La sua produzione fumettistica può essere vista come una personale ricerca di Dio. Creazioni come Galactus, i Celestiali e gli Eterni riflettono la fascinazione di Jack Kirby per un potere trascendente e incomprensibile. I Celestiali, in particolare, sono figure divine enigmatiche che osservano e giudicano i mondi senza rivelare i loro piani. Questo senso di mistero richiama l’idea del Dio biblico come un’entità ineffabile e lontana, che opera su un piano superiore. Nei suoi fumetti, Kirby mescolava elementi di mitologia e religione per creare personaggi e storie che riflettessero la ricerca del divino. Un esempio lampante è proprio la saga degli Eterni, dove compaiono i Celestiali, ispirata al concetto di antichi astronauti e leggende che si intrecciano con temi religiosi. Qui, Kirby esplora la possibilità che le nostre idee di divinità siano basate su incontri con esseri superiori. Anche i Nuovi Dei sono un’esplorazione esplicita di temi divini: personaggi come Orion, Highfather e Darkseid incarnano una lotta cosmica tra bene e male che richiama temi religiosi e morali. Kirby spesso mostrava personaggi umani in lotta con personaggi divini esprimendo tutta la conflittualità di queste due nature. Questa tensione rispecchia le domande universali sul nostro posto nell’universo e sul rapporto tra il divino e il mortale. Per esempio, in Thor, Kirby esplora il pantheon norreno attraverso una lente moderna, ponendo domande sul ruolo degli dei nella vita degli uomini e sulla loro responsabilità morale. Lo stesso Thor può essere visto come una figura vicina a Gesù dotato sia di una natura umana che di una natura divina. Jack Kirby era interessato al conflitto tra predestinazione e libero arbitrio, un tema centrale in molte tradizioni religiose. Nei Nuovi Dei, Darkseid cerca l’Equazione Anti-Vita, un potere che eliminerebbe il libero arbitrio. Questo è in contrasto con personaggi come Highfather, che rappresentano la libertà e la fede nella possibilità di un futuro migliore. Kirby era ebreo, e anche se non ha mai affrontato il tema di Dio in maniera strettamente religiosa ciò ha influenzato il modo in cui rappresentava il divino e il trascendente. L’idea di Galactus, una forma di divinità distante e aldilà della morale comune e delle sue qualità, che esprime un potere immenso e l’indifferenza alle preoccupazioni umane, richiama le sacre scritture. Jack Kirby vedeva la tecnologia e la scienza come potenziali nuovi “dei” per l’umanità. Nei suoi fumetti, le macchine assumono un ruolo quasi divino, in grado di distruggere o trasformare la realtà. Questo si collega al tema della “creazione” e della ricerca di un potere superiore che definisca il nostro destino. Kirby non cercava di definire Dio in termini religiosi tradizionali, ma usava i suoi fumetti per esplorare il mistero dell’esistenza e il significato del divino. Il suo lavoro suggerisce che la divinità è vasta, incomprensibile e talvolta terrificante. La ricerca di Dio è anche una ricerca di comprensione di sé e del nostro posto nell’universo. La moralità, la libertà e la lotta tra bene e male sono inseparabili dalla nostra percezione del divino. La ricerca di Dio nei fumetti di Jack Kirby non è dogmatica o religiosa, ma simbolica. Attraverso figure cosmiche, mitologie moderne e storie profonde, Kirby invita i lettori a riflettere sulle grandi domande dell’esistenza e sul mistero dell’universo. In questo senso, i suoi fumetti trascendono il genere per diventare meditazioni sul significato della vita e del divino. Vediamo come questa ricerca si è incarnata in due grandi creazioni che stanno alla base di due tra i cicli più amati dei Fantastici Quattro: la prima apparizione degli Inumani e l’epico scontro con Galactus. In particolare gli Inumani sembrano una moderna rappresentazione degli dei dell’Olimpo, mentre Galactus ha tratti in comune col Dio ebraico così come viene rappresentato nella Bibbia. Gli Inumani di Jack Kirby assomigliano agli dei dell’Olimpo, sia per la loro natura mitologica sia per il modo in cui sono rappresentati visivamente e narrativamente. Comparando i due gruppi si possono notare alcune analogie interessanti. Gli Inumani sono una razza avanzata creata dagli alieni kree attraverso esperimenti genetici sugli esseri umani, il che li pone in una posizione “oltre-umana”, simile agli dei greci, che spesso incarnano poteri superiori e una connessione diretta con la creazione e l’ordine cosmico. Gli dei dell’Olimpo, nella mitologia greca, sono esseri superiori agli umani, dotati di poteri straordinari e dell’immortalità, ma anche di debolezze e vizi profondamente umani. Gli Inumani hanno una struttura politica di tipo monarchico: Freccia Nera (Black Bolt) è il re ufficiale e Medusa una sorta di regina ufficiosa. Questa struttura richiama il concetto di Zeus come capo supremo degli dei, con la sorella-moglie Hera e gli altri membri dell’Olimpo che ricoprono ruoli chiave. La città di Attilan, sede degli Inumani, è quasi un equivalente di un Olimpo tecnologico, un luogo remoto e irraggiungibile per i comuni mortali. Come gli dei dell’Olimpo (e i supereroi), ogni Inumano ha un potere unico, acquisito attraverso l’esposizione alla nebbia terrigena. Per esempio, Freccia Nera ha una voce devastante, simile, se vogliamo, al tuono di Zeus. Allo stesso modo, gli dei dell’Olimpo possiedono caratteristiche specifiche che li rendono iconici: Apollo è legato alla luce, Atena alla saggezza, Poseidone al mare. Gli Inumani, pur essendo superiori agli umani, affrontano dilemmi morali, conflitti interni e relazioni complesse che ricordano le storie degli dei greci, noti per le loro lotte intestine, gelosie e passioni. Jack Kirby spesso enfatizzava le sfide di vivere con poteri eccezionali, rendendo gli Inumani figure “mitologiche moderne”. Il lavoro di Kirby nel creare gli Inumani include costumi e ambientazioni che riecheggiano un’estetica grandiosa e regale, con richiami all’arte classica e alla monumentalità tipica delle raffigurazioni degli dei. In sintesi, gli Inumani possono essere considerati una rivisitazione moderna del mito olimpico, dove la fantascienza sostituisce la religione antica, ma il fascino per l’idea di esseri superiori e potenti resta immutato. Galactus, il celebre personaggio creato da Jack Kirby e Stan Lee, ha elementi che possono richiamare alcune caratteristiche del Dio ebraico, soprattutto per il modo in cui viene rappresentato nella narrativa e nell’iconografia. Tuttavia, le somiglianze non sono dirette o intenzionali in senso religioso, ma piuttosto derivano da una fusione di temi mitologici, filosofici e teologici che Kirby amava esplorare. Galactus è un’entità primordiale e cosmica, uno degli esseri più potenti dell’universo Marvel. La sua esistenza e il suo ruolo come “divoratore di mondi” lo pongono in una posizione di superiorità e trascendenza simile al Dio ebraico, descritto come il creatore e sovrano di tutto il cosmo. Come Dio è onnipotente e incomprensibile, Galactus opera su una scala che sfugge alla comprensione dei mortali. Nel pensiero ebraico, Dio è spesso visto come ineffabile e al di là della comprensione umana, tanto che non può essere raffigurato. Allo stesso modo, Galactus viene percepito in modi diversi da chi lo osserva: il suo aspetto si adatta alla specie e alla cultura dell’osservatore. Questa caratteristica lo avvicina all’idea di un’entità divina la cui vera natura è incomprensibile. Galactus è diverso da un semplice “supercriminale”: è una forza primordiale dell’universo, una parte dell’equilibrio cosmico. La sua funzione, per quanto distruttiva, è forse essenziale per l’ordine dell’universo, un concetto che richiama la nozione di Dio come forza universale che regge la creazione e il suo equilibrio. Nel pensiero ebraico, Dio è spesso visto come responsabile sia del bene sia del male. Galactus non è né buono né cattivo: agisce per necessità, “divorando mondi” per sopravvivere, senza emozioni o giudizi morali umani. Allo stesso modo, il Dio ebraico, nella Torah, è spesso descritto come un’entità il cui operato trascende la moralità umana, agendo secondo un disegno divino più grande. L’inaccessibilità delle sue motivazioni ricorda la complessità e l’enigma del Dio biblico. Il nome “Galactus” evoca un’idea di grandezza e immensità, simile alla sacralità del tetragramma (YHWH), il nome impronunciabile dai fedeli del Dio ebraico. Entrambi rappresentano qualcosa di assoluto e sublime, impossibile da ridurre a concetti semplici. Kirby usa Galactus per esplorare questioni esistenziali e cosmiche che gli stanno a cuore. In un certo senso può essere considerato il suo personaggio definitivo. Il rapporto tra il potere assoluto e l’individuo, il significato dell’equilibrio universale, e la necessità di forze più grandi dell’umanità, stanno alla base della riflessione di Jack Kirby, pur non essendo un fervente religioso. Nonostante Galactus assomigli al Dio ebraico della Bibbia, in certi aspetti se ne discosta significativamente. Galactus è dipendente: ha bisogno di nutrirsi per sopravvivere, mentre il Dio ebraico è completamente autosufficiente. Galactus è una creatura finita, originata dal precedente universo, mentre Dio è eterno e onnipresente. Il ruolo di Galactus è distruttivo e alimentato dalla necessità, mentre Dio è creatore e garante dell’ordine. Jack Kirby è riuscito a dare vita a un personaggio che rappresenta la maestosità e la complessità del divino, mantenendo al tempo stesso un’identità radicata nella narrativa Marvel. Navigazione articoli RADIOGIORNALE POP: LA PRIMA CRISI DEL FUMETTO SORPRESA! I GADGET DEL CORRIERE DEI PICCOLI NEL 1979
Bell’articolo abbastanza esaustivo e approfondito. Ci sarebbero state bene anche le tre illustrazioni in bianco e nero che mi pare siano intitolate proprio “Gods” dove Kirby sembra affrontare l’argomento del Dio del monoteismo che da le spalle all’umanità o che osserva la terra come un cumulo di morte e violenza. Rispondi