Avete mai notato in alcune serie animate che lo stile grafico dei personaggi, delle scenografie, gli effetti speciali e l’animazione in genere, differiscono particolarmente dallo stile degli altri episodi della stessa serie? Ciò accade quando un team di animatori che sta lavorando a una serie animata decide per svariati problemi, il più delle volte di budget, di rivolgersi a un altro regista per la realizzazione di alcuni episodi. Ecco il perché di quelle differenze che agli occhi di uno spettatore attento, o un addetto ai lavori, appaiono evidenti e ben riconoscibili. A questo proposito non si può non fare riferimento a uno degli anime giapponesi piu celebri, Lady Oscar, che fu realizzato da due registi: Tadao Nagahama e Osamu Dezaki. In pratica la celebre Lady Oscar fu “tagliata a metà”: i fan la concepiscono come un’opera divisa proprio per la diversa qualità dell’animazione. I primi 19 episodi di Lady Oscar, diretti da Nagahama, hanno una qualità bassa rispetto a quelli che vengono realizzati dopo. Il salto di livello avviene a partire dall’episodio 20, quando entra in scena Dezaki, un grande regista che ha realizzato altre opere di prestigio come Rocky Joe, Jenny la tennista e alcuni speciali tv di Lupin III. A Lady Oscar, basato sul manga di Ryoko Ikeda, Osamu Desaki dona nuovo splendore: gli episodi sono nettamente superiori ai precedenti per ambientazioni sceniche, drammaticità e profondità espressiva dei personaggi. I quali appaiono più maturi anche per esigenze dello svolgimento temporale della storia: dalla nascita di Oscar fino alla presa della Bastiglia, che segna la fine della serie, trascorrono 35 anni. Bellezza non solo per la profondità dei personaggi: anche le scenografie che accolgono i protagonisti nel loro restyling sono ricche di una espressività drammatica che ben si adatta all’opera nella sua complessità storica, narrativa e dell’animazione. Da ricordare anche i fotogrammi statici o “cartoline” che enfatizzano scene salienti o che chiudono l’episodio ricreando i protagonisti con diverse tecniche pittoriche, quasi sempre acquerelli. In questo modo sono maggiormente posti all’attenzione del pubblico, suscitando una certa suspence e curiosità per ciò che accadrà nell’episodio successivo. Dopo Dezaki non si può non ricordare un character designer di nome Shingo Araki, che collabora, sebbene saltuariamente, alla serie del 1985 di Kiss me Licia (che in italia ha avuto un successo clamoroso). Il confronto con gli episodi “minori” è inevitabile quando appaiono quelli diretti da Araki, che con il suo stile irriverente contribuisce a dare ai personaggi dinamismo frizzante e comico. Araki ha curato anche altre serie sbarcate in italia nei primi anni ottanta, come il primo episodio di Lulú l’angelo tra i fiori, Juni peperina e Bia la sfida della magia… Navigazione articoli IL TELEFILM DI BATMAN… ARRIVA IN RITARDO I VIAGGI DI ALADAR DELLA FAMIGLIA MEZIL