DEAD ROCK, SCUOLA DI DEMONI

Dead Rock è una scuola d’elite per giovani demoni destinati a diventare futuri Re Demoni. In questa pazza e bizzarra scuola gli studenti possono accedere in diversi modi, tra cui una sorta di lotta per la sopravvivenza.

Tra i candidati del nuovo anno scolastico c’è Yakuto, un misterioso ragazzo che desidera destituire Dio, preside della scuola, e ucciderlo per motivi ancora sconosciuti. Un’impresa ardua, ma per fortuna di Yakuto ci sono altri sei personaggi bizzarri, la sua nuova classe, che finiscono per aiutarlo.

Quando un autore come Mashima apre una serie ci si aspetta sempre che in qualche modo segua il filone delle opere precedenti, che sia in qualche modo “uguale” alle altre. A volte capita, ma non stavolta.

Pur essendo davanti ad una serie scolastica, infatti, non c’è la stessa allegria e spensieratezza delle opere precedenti. Dead Rock è un’opera più matura, che non punta al sentimento dell’amicizia, ma si propone come un battle shonen duro e anche un po’ spietato.

Hiro Mashima chiarisce da subito una cosa: non si addolcisce nulla. Infatti già nel primo volume assistiamo a diverse morti, che generalmente nelle opere di Mashima sono sono decisamente più “pacate” e soprattutto utili al ritmo “emozionale” della storia.

A cambiare è anche il personaggio protagonista, che ci ricorda Natsu per certi versi, ma è di gran lunga più oscuro ed enigmatico, avvolto da una coltre intensa di mistero.
A sostenere il pilastro della spensieratezza stavolta è un componente del gruppo principale, una ragazza, che proprio come il protagonista di Fairy Tail domina il fuoco ed è decisamente impulsiva e calorosa. Insomma, Yakuto non è il solito protagonista a cui il maestro ci aveva abituati, ma, anche in questo caso, è un personaggio che dimostra maturità e differenti sfaccettature. 

Rimane il concetto di “la forza è nel gruppo”: accanto a Yakuto ci sono co-primari forti e enigmatici, ma soprattutto assurdi e bizzarri. Il team parte da subito ampio e mostra personaggi dal background già ricco e caratterizzato, con un passato anche un po’ complesso, che son certo andrà ad arricchire la storia. Una storia che per ora è lineare e chiara, ma che, conoscendo Mashima, si arricchirà e traccerà nuove strade.

Se la trama e i personaggi in qualche modo cambiano, lo stile di disegno rimane quello di sempre: il tratto è pulito, esplosivo e dinamico, e soprattutto nelle scene d’azione buca la quarta parete.
Anche il design grafico dei personaggi si discosta un po’ dal solito e sembra quasi puntare allo stile (di gran lunga più maturo) di Monster Soul, una vecchissima serie di Mashima (in due volumi) edita da Star Comics nel 2008.