Darna

 

Nel periodo successivo alla Seconda guerra mondiale, le Filippine erano in fase di ricostruzione. La guerra aveva causato enormi danni materiali e aveva messo in evidenza le difficoltà sociali ed economiche della nazione. Tuttavia, la fine del conflitto e l’ottenuta indipendenza dalla colonizzazione americana, portarono a un nuovo senso di speranza e stimolarono il desiderio di ricostruire il paese e la sua identità culturale.

Dopo la guerra, i fumetti divennero uno degli intrattenimenti più economici e diffusi tra la popolazione. Negli anni ’40 e ’50, la produzione di fumetti filippini (komiks) conobbe un vero boom. Gli albi a fumetti iniziarono a proliferare. Vennero creati personaggi memorabili come la splendida Darna, che pur prendendo spunto dalla soverchiante presenza culturale americana, dovuta al lungo periodo di colonizzazione, recuperò numerosi elementi dalla tradizione contribuendo alla ricostruzione di quel patrimonio identitario collettivo che era andato a perdersi durante la colonizzazione straniera.


Darna e la tradizione filippina

Il personaggio di Darna, spesso definita la “Wonder Woman filippina”, non è una semplice scopiazzatura di uno dei personaggi del fumetto più in voga in quegli anni, la sua origine e il suo legame con la mitologia e la cultura filippina la rendono un’eroina unica nel panorama mondiale del fumetto.

Creata nel 1950 da Mars Ravelo (sceneggiatore) e Nestor Redondo (disegnatore), Darna è in realtà Narda, una bambina di campagna orfana che vive con il fratellino presso la nonna.

Una notte trova una pietra misteriosa mentre cammina in un campo. Si tratta di un residuo di meteorite. Questa pietra le permette, gridando il nome Darna, di trasformarsi in una potente guerriera extraterrestre proveniente dal pianeta Marte, rievocando in qualche modo la trasformazione di Billy Batson in Capitan Marvel al grido di “Shazam!”.
La pietra che consente a Narda di trasformarsi in Darna ha un forte legame simbolico con gli amuleti e gli oggetti magici della tradizione locale.


Perché un personaggio femminile?

Mars Ravelo e Nestor Redondo volevano un’eroina che incarnasse la forza delle donne filippine e facesse da contraltare locale ai grandi supereroi (perlopiù maschi) dell’epoca. Più nello specifico Ravelo aveva in mente una “controparte filippina” di Wonder Woman, voleva creare una super-donna capace di ispirare il pubblico.
La scelta femminile
sovverte le tradizioni in cui poteri magici/amuleti erano tipicamente legati a figure maschili: darli a una donna era una presa di posizione sul potere e lo spazio che le donne possono occupare.

Ravelo ha spesso collegato l’eroina alle donne forti della sua vita, rafforzando l’idea di Darna come archetipo di coraggio e compassione femminili. Fin dalla prima incarnazione (Varga, 1947), l’intento era rompere stereotipi e proporre una protagonista donna nel ruolo principale di supereroe nazionale.
Quindi Darna è femmina non per caso, ma per
programma creativo e culturale: un’eroina filippina, forte e popolare, pensata per rappresentare e potenziare l’immaginario femminile.


Il successo

Il successo del fumetto aprì a Darna le porte di altri media: il conto ufficiale parla di 14 film e 4 serie TV complessive, a testimonianza di una popolarità che ha superato di molto la carriera cartacea del personaggio. Debutta al cinema nel 1951 con Rosa del Rosario, è il primo passaggio cross-media del personaggio e dà avvio a una lunga serie di film, interpretati da attrici come Vilma Santos negli anni ’70.

In TV è stata protagonista di serie seguitissime come Darna (2005) con Angel Locsin che fa il 47,1% di spettatori, con un picco del 52,1% nei primi giorni e Darna (2022–23) con Jane de Leon, trasmesso online con 41 milioni di spettatori nella settimana d’esordio su YouTube e 2,3 miliardi di views dell’hashtag #Darna su TikTok a fine 2022. Infine Darna è stata protagonista di cartoni animati (Hero City Kids Force 2021) e balletti  (“Pilipino Komiks” nel 1993 e “Ding, Ang Bato!” nel 2018).




La sensualità 

Ravelo e Redondo confezionano una operazione apparentemente impossibile dove uniscono sensualità (necessaria al medium e al mercato) e narrazione etica (coerente anche con la loro sensibilità religiosa). L’estrema sensualità di Darna è un codice estetico al servizio di una figura profondamente morale, non una contraddizione del loro cattolicesimo. Pur creata da autori cattolici, Darna nasce in un contesto dove erotismo, simbolismo morale e mercato popolare convivevano senza percepirsi come incompatibili.

Narda è innocenza e purezza, mentre Darna è la sua controparte adulta e guerriera. Questa dialettica “fanciulla/eroina” permette di conciliare virtù cattolica (compassione, sacrificio, difesa dei deboli) con un’estetica fisica. Nelle Filippine, feste e processioni mescolano solennità religiosa e sfarzo. L’immagine attraente è un mezzo per catturare l’attenzione verso un messaggio morale.
Da tener conto che Darna, a dispetto del suo aspetto conturbante, psicologicamente rimane una ragazzina di circa dieci anni assolutamente priva di interessi sessuali.

 

Varga 

Mars Ravelo faceva schizzi di una super-donna già dal 1939, anticipando la stessa Wonder Woman, comparsa in America nel 1942 su All Star Comics.
Alcuni anni dopo Ravelo fece disegnare a Redondo una prima versione chiamata Varga, pubblicata dal luglio 1947 su Bulak Magazine, tre anni prima di Darna.

Il costume di Varga era accollato e con le maniche, ma in poche pagine venne spogliata e rimase in due pezzi. C’è da dire che il bikini che indossava nel 1950 era in anticipo sui tempi, poiché quel costume da bagno è del 1954. La fascia anteriore è un dettaglio del costume tradizionale filippino: il bahag.


L’importanza di Redondo

Mars Ravelo è il creatore concettuale di Darna, ma senza l’apporto grafico di Nestor Redondo il personaggio non avrebbe avuto lo stesso radicamento nell’immaginario collettivo filippino.

Ravelo aveva ideato l’eroina, ma è Redondo a darle il volto e l’iconografia che restano impressi: proporzioni classiche, bellezza mediterranea/filippina, linee pulite ed eleganti. La sua Darna è sensuale ma nobile, riconoscibile e distinta da semplici “copie” di Wonder Woman.

La versione di Darna di cui ci ha fatto omaggio Nives Manara, sorella di Milo

 

Redondo possedeva una mano che univa realismo occidentale e fluidità asiatica. Questo rese Darna competitiva anche sul piano estetico rispetto ai comics americani, aumentando l’orgoglio nazionale: i lettori vedevano un prodotto filippino all’altezza dei grandi modelli. il successo della Darna di Redondo alzò gli standard produttivi del fumetto locale. Molti studiosi notano che il “periodo aureo” dei komiks filippini (anni ’50–’70) si deve anche al prestigio e all’eleganza che Redondo portò nel medium.

 

Considerazioni finali

Darna è uno dei pochi supereroi non inventati da autori ebrei americani, ma piuttosto da due cattolici asiatici, e la cosa si può notare nello svolgimento delle trame. La super-eroina preferisce l’umiltà della sua identità nascosta (Narda non porta neppure le scarpe) al super-organizzato spazio della Justice League e degli Avengers. Le sue trasformazioni avvengono solo in casi speciali e l’uso della forza è sempre proporzionato e limitato allo stretto necessario.

 

Una versione moderna di Darna (2003)

Redondo era pure impegnato nel fumetto dichiaramente cristiano. Quando si era trasferito negli Sati Uniti, oltre alla raccolta di storie bibliche one-shot della DC Comics del 1975, illustrò “Marx, Lenin, Mao e Cristo”, pubblicata nel 1977 da Open Doors (e ristampata nel 2010 da Calvary Comics); Ben-Hur della Pendulum, pubblicato nel 1978; Born Again Comics n. 2 (con la storia dell’attore filippino diventato evangelista Fred Galang) nel 1988; e Aida-Zee, Behold 3-D e Christian Comics & Games n. 0 e n. 1, prodotti negli anni ’90 da The Nate Butler Studio.
Redondo fu uno dei relatori del primo panel di fumetti cristiani del Comic-Con di San Diego nel 1992.

Dopo aver fatto il suo dovere come Darna, la super-donna ritorna volentieri alla sua famiglia, ai suoi affetti: il fratellino, la nonna, e gli amici del villaggio. Darna e Wonder Woman non potrebbero essere più diverse.

 

 

2 pensiero su “DARNA, LA SUPEREROINA FILIPPINA”
  1. Sembra che Darna non fosse del tutto ignota in Italia. Una interpretazione “cattiva” appare nel numero 7 della rivista Tommy dell’editoriale Corno, nella storia Il piccolo fiammiferaio, scritta da Luciano Secchi “Bunker” e disegnata da Roberto Raviola “Magnus”, pubblicata nell’aprile 1989.
    vedi https://www.ebay.it/itm/256059206097

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