In genere, non discuto i commenti dei lettori dei miei libri. Le opinioni non si discutono, come ci insegnano i latini. Rispetto anche i casi in cui le critiche sono negative in modo emotivo o del tutto arbitrario. Altro discorso quando il commento è palesemente falso e distorto, non supportato da prove o chiaramente fuori tema. In tal caso, ho il diritto di replicare. Un commento sulla pagina Amazon del mio ultimo libro mi ha lasciato basito perché fa dichiarazioni palesemente false e del tutto fuori luogo. L’autore del commento elenca tre motivi per la sua critica: 1) porta maggiormente il punto di vista dell’autore, quando cerca di screditare l’altro punto di vista lo illustra in modo marginale (es pag 95-96 muscoli della gamba di tyrannosaurus non nomina i punti a favore del modello di Paul [che potete trovare nella Princeton field guide to dinosaur 3rd edition e nella Princeton field guide to predatory dinosaurs]e porta solo i punti che gli vanno contro). Questo è un genere di commento che proprio non ha senso, ma che va molto di moda di questi tempi. Il mio libro non è un riassunto di tutti i punti di vista esistenti, ma è l’espressione del mio pensiero originale, frutto dei miei studi. Un autore esperto in un ambito non è obbligato ad esprimere tutti i punti di vista esistenti, né a riportare tutte le opinioni alternative, perché il suo mestiere non è fare il giornalista asettico che riporta ogni posizione. La scienza non è la par condicio elettorale. Ogni autore esprime la sua posizione, la argomenta, la articola e la sostiene, perché è il frutto del suo studio e delle sue riflessioni. Io lavoro sui dinosauri da venti anni, ed ho elaborato le mie interpretazioni dopo lunghe analisi di tutte le interpretazioni presenti in letteratura tecnica, oltre che lavorando direttamente sui fossili: nel mio libro elaboro la mia riflessione, non quelle di altri (i quali hanno i propri libri per esporre le proprie idee). Il libro non è un riassuntino di tutti i punti di vista, ma la presa di posizione di un autore consapevole di tutti gli elementi presi in considerazione. Se il lettore non le condivide, è un suo diritto, ma non può usare questo argomento come critica al libro, specialmente se non ha proprie argomentazioni a sostegno della sua critica, ma si limita a lamentare la mancanza del proprio punto di vista preferito: in tal caso, la critica è una lamentela faziosa. Chi ha scritto il commento apparentemente conosce solo le opere di Gregory Paul (di cui cita vari libri divulgativi), ma pare ignorare i numerosi altri autori, paleontologi, anatomisti e biomeccanici, che nella letteratura tecnica hanno analizzato e smentito da più punti di vista le particolari ipotesi di Paul (ad esempio, M. Carrano, ed i numerosi lavori del gruppo coordinato da J. Hutchinson, o il recente lavoro su Skorpiovenator di Cerroni et al.). Le ricostruzioni muscolari proposte da Paul sono molto famose perché ampiamente illustrate dallo stesso Paul, ma sul piano scientifico sono sbagliate, e questa non è un’opinione, ma un fatto dimostrato: sono sbagliate perché richiedono inserzioni muscolari che non esistono sulle ossa (ad esempio, un ipotarso inesistente sui dinosauri non-aviani) o che ignorano le inserzioni reali (i gastrocnemi di Tyrannosaurus inseriscono plantarmente sui metatarsi e non prossimalmente sulla caviglia come negli struzzi, quindi è assurdo ricostruirli come in un uccello), perché sono contraddette da analisi biomeccaniche (un Tyrannosaurus adulto capace di galoppare è biofisicamente impossibile, quindi è inutile applicargli muscoli secondo un impianto “da struzzo”, dato che l’animale non poteva in ogni caso avere quel tipo di locomozione), e perché per funzionare dovrebbero ancorare tendini su arbitrarie inserzioni cartilaginee (questo errore è su stessa ammissione di Paul (1988)!), cosa che è ridicola a maggior ragione su animali di varie tonnellate di massa, che richiederebbero delle inserzioni ossee. L’autore del commento resta vago su quali siano le pagine dei libri di Paul in cui ci sarebbero le argomentazioni “alternative” che avrei omesso, quindi non ho modo di replicare con dettagli specifici. 2) i disegni sono mediocri (non brutti), per un libro di paleoarte non sono accettabili molti disegni che sono proposti, alcuni sono dei ricalchi di disegni di altri autori. De gustibus non est disputandum, quindi non mi scompongo se i disegni non piacciono. Io stesso non mi sono mai considerato un paleoartista, né pretendo che i miei disegni piacciano, quindi non mi dilungo a spiegare perché i disegni non siano opere d’arte. Quello che mi fa sorridere è che il lettore non colga che le immagini non sono la parte importante del libro. E lo spiego anche nel paragrafo introduttivo del libro: il mio libro si apre con un paragrafo sull’uso delle immagini, dove rimarco che io NON sono un paleoartista e che lo scopo delle immagini è solo di supporto al testo, perché è il testo l’elemento fondamentale delle argomentazioni. Chiudevo quel paragrafo proprio con l’auspicio che il lettore si soffermi più sulle parole che sulle immagini, cosa che il commentatore anonimo evidentemente pare non cogliere. Trovo veramente assurdo che si critichi questo libro descrivendolo come “libro di paleoarte” dato che questo libro NON è un libro di paleoarte, ma un libro dedicato alle metodiche di ricostruzione paleontologica (metodiche che non si esauriscono alla sola paleoarte ma sono innanzi tutto metodi di ricerca scientifica). Ovvero, il lettore non ha capito di cosa parli questo libro, e lo critica in base ai suoi pregiudizi e non per il suo contenuto testuale. Un po’ come criticare un libro di scienza perché non è di poesia… Infine, scrivere che alcuni disegni sono “ricalcati” da disegni di altri autori è del tutto falso. In alcuni casi, il disegno in vivo del dinosauro ha come base scheletrica delle ricostruzioni presenti in letteratura, ma nessuna ricostruzione è stata “ricalcata” da opere di altri autori! Inoltre, quando ho preso come riferimento ricostruzioni scheletriche, ho sempre chiesto l’assenso dell’autore della ricostruzione scheletrica. Ad esempio, un disegno di Tyrannosaurus è una modifica di un mio disegno del 2019, il quale a sua volta è basato sulla ricostruzione scheletrica di S. Hartman: questa ricostruzione in vivo fu usata per la prima volta nel mio libro “La Rivoluzione Piumata, volume 2”, dove Hartman è citato e ringraziato come fonte della base scheletrica, realizzata solo dopo aver informato Hartman stesso. Accusarmi di “ricalcare” disegni altrui è veramente falso e pretestuoso. 3) il libro tratta in modo superficiale alcuni argomenti importanti (es i gastralia, in cui non viene discusso il pot belly e il modo classico) Qui il commento è del tutto arbitrario: cosa definisce l’importanza di un argomento? Il libro NON è un trattato sulla ricostruzione di tutti gli elementi anatomici di tutti i dinosauri, perché in tal caso dovrebbe essere un libro di qualche migliaio di pagine! Il libro non affronta tutti gli elementi anatomici né tutti i dinosauri, per l’ovvia ragione che il libro non è un trattato sull’intera anatomia di Dinosauria, non è un manuale su come ricostruire i dinosauri! Il libro ha come obiettivo quello di spiegare quali sono i diversi ambiti di ricostruzione paleontologia, dalla tafonomia, alla anatomia comparata, alla inferenza filogenetica. Quello è l’argomento del libro: i dinosauri mostrati sono solo esempi dei temi metodologici affrontati. Trovo veramente assurdo che in un libro che ha come obiettivo spiegare la complessa logica sequenziale della ricostruzione paleontologica si critichi il fatto che non ho speso parole in merito alla disposizione dei gastrali. Anche in questo caso, il commento mi pare ingiusto, una critica pretestuosa che si sforza di trovare il pelo nell’uovo di un animale squamato… Non pretendo che i miei libri piacciano a tutti, ma se dovete scrivere una critica ad un’opera, abbiate almeno la decenza di leggerla a fondo, di capirne la logica e di portare obiezioni fondate. (Da Theropoda). Navigazione articoli I RADIOTELESCOPI E IL SENSO DELLA VITA I DINOSAURI ERANO PIÙ PICCOLI?