Il fumetto “Corte Sconta detta Arcana” di Hugo Pratt è uno dei più complessi e densi episodi della saga di Corto Maltese. Ambientato tra Hong Kong, Shangai, la Manciuria, la  Siberia e la Mongolia del 1918, è un’opera che riflette sul multiculturalismo, inteso come convivenza, spesso problematica, a volte poetica, di popoli, religioni e ideologie diverse.

Corto Maltese attraversa diversi confini incontrati, mantenendosi sempre equidistante rispetto alle forze in gioco e fondamentalmente estraneo ai grandi ideali rivoluzionari che animano i protagonisti della storia, che si muove sullo sfondo dello scontro ideologico tra i bianchi (zaristi) e i rossi (antizaristi).

Corte Sconta inizia a Hong Kong, che negli anni immediatamente successivi alla fine della Prima guerra mondiale era una colonia britannica fiorente e strategicamente vitale, sospesa tra Oriente e Occidente. Era già allora una città dal carattere cosmopolita, inevitabilmente segnata dal colonialismo e da forti contrasti sociali.
I britannici e gli europei godevano di privilegi legali, politici ed economici. I cinesi erano la forza lavoro e vivevano spesso in
condizioni precarie.

A Hong Kong l’anziano e saggio cinese “Vita lunga” sta utilizzando il Libro dei mutamenti per predire il futuro a Corto Maltese. Il “Libro dei Mutamenti”, in lingua mandarina I Ching, è uno dei testi più antichi e venerati della tradizione cinese, una fusione unica di divinazione, filosofia taoista e confuciana e riflessione sulla natura del cambiamento. Composto da 64 esagrammi, ciascuno formato da sei linee, continue (Yang) o spezzate (Yin), che riflettono combinazioni simboliche della realtà.

Per Corto Maltese è uscito l’esagramma n. 54 Kūi Mèi , “La ragazza che va sposa”. Questo esagramma evoca la scena in cui una giovane donna segue un uomo per entrare nella casa del marito, in modo sereno e conformemente ai riti. L’avvertimento dell’esagramma è “La ragazza che va sposa. Imprese recano sciagura”. Non è dunque il momento buono per intraprendere iniziative personali: l’esagramma consiglia rispetto delle norme, umiltà e modestia.

Mentre Corto passeggia per le strade di Hong Kong, i giornali riportano le gesta del controammiraglio Kolcak che si è appena autonominato dittatore di tutta la Russia (18 Novembre 1918). L’ammiraglio Aleksandr Vasil’evič Kolčak (1874–1920) fu una figura chiave della Guerra civile russa. Dopo la Rivoluzione d’Ottobre (1917), si unì alle forze controrivoluzionarie (i bianchi) che volevano abbattere il potere bolscevico e restaurare un governo conservatore.
Nel 1918 Kolkac arrivò a governare la
Siberia occidentale, gli Urali e parti del Kazakistan. Nel gennaio 1920, abbandonato anche dagli alleati cecoslovacchi e da parte dei suoi stessi ufficiali, fu catturato dai socialisti-rivoluzionari a Irkutsk (Siberia centrale) e consegnato ai bolscevichi, che lo fucilarono il 7 febbraio 1920.

A pagina 22 viene citata la società segreta delle Lanterne rosse, un’organizzazione segreta femminile che ha partecipato alla Rivolta dei Boxer in Cina all’inizio del XX secolo. Non si trattava di una singola società, ma di gruppi di combattimento composti da donne, spesso considerate detentrici di poteri soprannaturali, che supportavano i Boxer. 

A pagina 29 viene menzionato il treno d’oro dell’ammiraglio Kolcak. Il cosiddetto “treno d’oro” trasportava il tesoro dell’Impero Russo, ovvero l’oro della Banca Imperiale di Russia, che si dice ammontasse a 505 tonnellate di lingotti, conservato prima dello scoppio della Prima guerra mondiale a Pietrogrado.
Durante la guerra era stato trasferito per motivi di sicurezza a Kazan, la capitale del Tatarstan. Di lì l’ammiraglio Kolcak lo trasportò a Omsk, in Siberia, dove c’era il quartier generale delle truppe bianche. Dopo la sconfitta di Kolcak, quando l’Armata rossa entrò in possesso dell’oro, ne mancavano 180 tonnellate. Dov’erano finite?

A pagina 35 Corto e Rasputin si imbarcano per Shangai. Shanghai in quegli anni era una delle città più affascinanti, ambigue e turbolente del mondo. Era internazionale, corrotta, scintillante, violenta, modernissima e profondamente coloniale. Una metropoli asiatica con un’anima divisa tra Oriente e Occidente, simbolo del declino dell’Impero cinese.
Shanghai non era una colonia vera e propria
, ma un territorio a sovranità parziale: il governo cinese manteneva il controllo nominale, ma alcune aree erano concessioni internazionali. Era detta la “Parigi d’Oriente” o la “Whore of the East” (la Prostituta dell’Oriente), piena di cabaret, di locali notturni, bordelli, jazz club, casinò e cinema.

Più avanti Corto Maltese e l’americano Jack Tippit raggiungono la Manciuria in aereo. Nel 1918, la Manciuria, una vasta regione situata nel nord-est della Cina, era una terra contesa, strategica e al centro di pressioni geopolitiche internazionali. La Manciuria era strategica in quanto confinava con la Siberia e con la Mongolia.
Nel 1918, la Manciuria
non era sotto il pieno controllo del governo centrale cinese, ma era dominata da diversi signori della guerra. Dopo la Rivoluzione russa (1917) molti generali bianchi in fuga la attraversarono con le loro truppe.

A questo punto il racconto di Corto Maltese si trasferisce in Siberia. La Siberia del 1918 era un’immensa distesa attraversata da caos, guerra, ideologie in conflitto e interessi stranieri. In quel momento, la regione si trovava nel pieno della Guerra civile russa (1917–1922), e rappresentava uno dei teatri più violenti, disorganizzati e insieme simbolici della lotta per il futuro della Russia post-imperiale.
Era attraversata dalla
Transiberiana, la principale linea ferroviaria che collegava Mosca a Vladivostok, il che la rendeva una regione di importanza strategica. L’armata rossa controllava la Siberia occidentale mentre i bianchi controllavano la Siberia orientale, specialmente la regione della Transbaikalia.

A pagina 73 compare la ieratica figura di uno di questi signori della guerra, il barone Von Ungern-Sternberg. Conosciuto come il “Barone Pazzo” o il “Barone Sanguinario”, fu un ufficiale dell’Impero Russo, un feroce visionario mistico e idealista.
Nel 1920, con un piccolo esercito di cosacchi, russi bianchi e mongoli, attraversò la Siberia e invase la
Mongolia, allora occupata dalla Cina. Sconfisse le truppe cinesi, si autoproclamò “Protettore del Buddha Vivente” e instaurò un regime personale. Abbandonato dai suoi uomini, fu catturato, processato e giustiziato dai sovietici a Novosibirsk nel settembre 1921.

A pagina 75 compare un secondo signore della guerra, il generale Grigorij Michajlovič Semënov.  Dopo la rivoluzione del 1917, si oppose ai bolscevichi e formò truppe bianche in Siberia e Manciuria. Nel 1918 fondò con l’aiuto del Giappone lo “Stato cosacco di Transbaikalia“ e si dichiarò subordinato all’Ammiraglio Kolčak, ma in realtà operava in modo indipendente e rivaleggiava con lui. Dopo il ritiro giapponese nel 1922 e il crollo del fronte bianco, fuggì in Manciuria e poi in Giappone

Più avanti il generale Semenov mostra a Corto Maltese un enorme cannone montato su un treno chiamato “il distruttore”. Nella storia militare (soprattutto tra fine Ottocento e metà Novecento) sono presenti dei  cannoni ferroviari, enormi bocche da fuoco montate su vagoni blindati, utilizzate per bombardamenti a lungo raggio.
Questi treni armati, chiamati anche “
treni corazzati” o “treni d’assalto”, consistevano in un pezzo diartiglieria pesantissimo (da 150 mm a oltre 800 mm di calibro!) montato su uno o più vagoni speciali, capaci di sopportarne il peso e assorbirne il rinculo.

A pagina 95 il generale Semenov definisce gli americani “Zhids”. Il termine “zhid” è un insulto antisemita utilizzato storicamente in Russia e in altri paesi slavi per indicare gli ebrei. È una parola carica di disprezzo e oggi è considerata estremamente offensiva e inaccettabile. Nasce da una radice slava antica che significava semplicemente “ebreo”, ma con il tempo acquista valenze apertamente discriminatorie e ostili tanto da essere usato nella Russia zarista, durante i pogrom.

A pagina 97 la lanterna rossa che accompagna Corto Maltese dice di chiamarsi Shangai Lil. Shanghai Lil è un personaggio immaginario e stereotipato che appare per la prima volta nel musical hollywoodiano “Footlight Parade” del 1933, diretto da Lloyd Bacon e coreografato da Busby Berkeley.
Il personaggio è interpretato dalla celebre attrice e ballerina
Ruby Keeler, mentre James Cagney recita la parte del protagonista maschile. Shanghai Lil è una donna asiatica (o con tratti esotici “orientalizzati”) rappresentata come una femme fatale o una prostituta di porto.

A pagina 120 un vagone del treno con l’oro precipita nelle acque del Lago delle tre frontiere. Pare che l’episodio abbia una sua veridicità storica. La zona in questione sarebbe nei pressi di Cita, dove si incontrano i confini di Manciuria, Mongolia e Siberia. Il lago in questione sarebbe il lago Baikal, come dimostrano anche alcuni ritrovamenti effettuati nel 2010 in seguito a una lunga campagna di immersioni, il relitto di un vagone ferroviario e un lingotto d’oro, con impressa l’aquila bipenne dei Romanov.

A pagina 139 Rasputin e Corto Maltese riescono a far saltare il “distruttore”. L’esplosione del gigantesco cannone può essere interpretata come una potente metafora visiva della fine dei bianchi e dei loro sogni di restaurazione zarista. Il cannone è un simbolo del potere militare dei Bianchi, radicato nel loro passato imperiale. Vederlo esplodere significa la fine del loro progetto fuori dal tempo.

Infine, con il treno Corto Maltese raggiunge la Mongolia. Nel 1920 era una terra in bilico tra tradizione e rivoluzione, un paese vasto, scarsamente popolato e culturalmente legato al buddhismo lamaista. Un campo di battaglia politico per nazioni come Cina, Russia e Giappone che lottavano tra di loro per impadronirsene.
Nel 1919 la Cina si impadronì del paese.
Nel gennaio 1921 il barone Ungern invase la Mongolia con la sua Divisione Asiatica di Cavalleria, sconfisse i cinesi ed instaurò un regime tirannico.

A pagina 154 facciamo la conoscenza di Suke Bator. Nel 1920, insieme ad altri giovani intellettuali che avevano studiato in Russia ed erano rimasti influenzati dalle idee socialiste: Suke Bator, o più precisamente, Damdiny Sùchbaatar, fonda il Partito del Popolo Mongolo. Nel 1921, guida militarmente l’insurrezione contro le forze del barone Roman von Ungern-Sternberg, e con l’aiuto decisivo dell’Armata Rossa libera Urga nel luglio 1921, mette fine al dominio del barone e instaura un governo rivoluzionario mongolo, controllato però strettamente da Mosca.

Pian piano il nascente potere sovietico si impossessa di gran parte di quelle terre sperdute, abitate da popolazioni simili e allo stesso tempo molto diverse tra loro, che ben poco capiscono di eventi originati in Europa.

 

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