“Comanche” è una serie di fumetti western franco-belga creata da Greg (Michel Regnier) per i testi e Hermann (Hermann Huppen) per i disegni. Iniziata nel 1969 sul settimanale Journal de Tintin e continuata fino all’inizio degli anni ottanta con gli stessi autori (poi Hermann lascerà ad altri i disegni), la serie “Comanche” mescola azione, avventura, introspezione psicologica in un’ambientazione western autentica e ricca di dettagli. Red Dust, il protagonista, è un cowboy solitario con un passato misterioso. È un personaggio complesso e realistico, un eroe tormentato. Comanche, la proprietaria del ranch “Triple Six”, è una donna forte e determinata, che cerca di fare andare avanti la propria attività nonostante le difficoltà. La serie è arricchita da una galleria di personaggi secondari ben caratterizzati, ognuno con il proprio contributo alla trama. Hermann ha saputo catturare l’essenza del West con paesaggi mozzafiato, scene d’azione dinamiche e un’attenzione maniacale ai dettagli. I suoi disegni conferiscono un’atmosfera unica alla serie, che alterna momenti epici a momenti di profonda intimità. I testi di Greg affrontano temi complessi, come la lotta per la sopravvivenza, la giustizia, la vendetta e le relazioni umane. La serie è molto più di una semplice avventura: è una riflessione sulla condizione umana. “Comanche” non si limita a riproporre i cliché del genere western, ma li reinventa con profondità narrativa e visiva. È un’opera che, pur essendo radicata nell’immaginario del Far West, parla a un pubblico universale. Red Dust “Red Dust” è il primo episodio, ristampato in albo, di “Comanche”. Questo albo introduce i lettori al mondo del ranch Triple Six e presenta i personaggi principali che daranno vita alla saga. La storia si apre con l’arrivo di Red Dust, un cowboy solitario dal passato misterioso, al ranch di Comanche, la determinata proprietaria del Triple Six. La storia non si limita a essere un racconto d’azione, ma esplora anche i rapporti tra i personaggi, gettando le basi per le dinamiche complesse che caratterizzeranno la serie. Red Dust emerge subito come cowboy taciturno, duro ma giusto, che incarna i valori del West con una vena di malinconia e mistero. A seguito di un duello andato storto, Red Dust, uccide un sicario. Poi apprende che il sicario avrebbe dovuto uccidere Comanche, la giovane ereditiera di un ranch molto ambito. Questo volume non è solo l’inizio della saga, ma anche uno dei suoi capitoli migliori. Guerrieri senza speranza “Guerrieri senza speranza”, il secondo volume della serie, prosegue l’epica saga western iniziata con “Red Dust”. Red Dust, ormai parte integrante del ranch, e Comanche si trovano coinvolti in una vicenda che intreccia vendetta, tradimento e redenzione. Al Ranch “Triple-six”, le cose si sono evolute dall’arrivo di Red Dust. Ora Comanche consegna la carne ai ferrovieri. Tuttavia, una mattina, i Cheyenne arrivano al Ranch con l’intenzione di saccheggiarlo. Gli indiani sono arrabbiati perché i viveri che l’esercito dovrebbe consegnare loro non arrivano. La storia si tinge di toni più oscuri rispetto al primo volume, con un maggiore accento sulle difficoltà della vita nel West e sulla fragilità delle speranze umane. I lupi del Wyoming “I Lupi del Wyoming”, il terzo volume della serie “Comanche“, è considerato uno dei capitoli migliori della saga. I fratelli Dobbs attaccano la diligenza guidata da Sid Bullock. Per fortuna, Toby e Clem, del ranch “Triple Six”, riescono a mettere in fuga i banditi. Bullock viene ferito e portato al ranch dove verrà curato. Red Dust non vede di buon occhio il fatto che i Dobbs si avvicinino sempre di più al ranch e in più non gli piace l’unico passeggero della diligenza, il reverendo Brian Braggshaw, un predicatore che sa usare fin troppo bene la pistola. Il titolo, “I Lupi del Wyoming”, non si riferisce solo ai nemici fisici, ma anche al lato predatorio e selvaggio della natura umana. I conflitti sono tanto epici quanto intimi, con i personaggi che devono affrontare le proprie paure e debolezze. I paesaggi del Wyoming sono resi in modo mozzafiato, con disegni che catturano la vastità del West e la sua atmosfera selvaggia e pericolosa. Cielo rosso su Laramie “Cielo Rosso su Laramie”, il quarto capitolo della saga, rappresenta uno dei momenti più significativi della serie grazie alla sua complessità narrativa e alla forte ambiguità morale che lo pervade. Greg e Hermann spingono i confini del western tradizionale, offrendo una storia che esplora i dilemmi morali e le zone grigie tra il bene e il male. Le scelte di Red Dust non sono mai semplici. Ogni decisione ha conseguenze che mettono a rischio la sua integrità morale e il suo rapporto con gli altri personaggi. L’episodio racconta la lunga caccia di Red Dust al crudele ma carismatico Russ Dobbs, lo spietato bandito che nel numero precedente ha ucciso il reverendo Braggshaw e che ora sta diffondendo il panico nell’intera regione. Il tema della vendetta si intreccia con quello della giustizia: fino a che punto è lecito spingersi per riparare un torto? Red Dust, alla fine raggiungerà la sua preda e la ucciderà. In questo capitolo Red si rivela più umano che mai. È un eroe che sbaglia, riflette e si tormenta. Questo volume segna un punto di svolta nella serie Comanche, rendendo ancora più evidente che si tratta di un’opera che va oltre i confini del genere western. Deserto senza luce “Deserto senza luce”, il quinto volume di “Comanche”, è una delle storie più simboliche della serie. Questo capitolo esplora il tema della redenzione in un contesto di sopravvivenza estrema. Venti mesi dopo il suo arresto e grazie all’impegno dei suoi amici, Red Dust viene rilasciato. Tornato a casa è solo l’ombra di se stesso, il carcere ha avuto un duro impatto su di lui, che è costantemente controllato dal nuovo vice dello sceriffo. Mentre sta riprendendosi poco a poco, Shortgun Marlowe, un bandito che ha seminato il terrore nel Nevada, annuncia il proprio arrivo nella regione. La città è in preda al panico perché l’esercito è lontano e non ci sono abbastanza uomini per difenderla. Il deserto diventa non solo uno scenario fisico, ma anche una metafora: un luogo di privazione e sofferenza che mette alla prova l’anima dei personaggi. Red Dust, con la sua forza morale, diventa un punto di riferimento, ma anche lui deve affrontare i propri limiti e le proprie fragilità. Furia ribelle “Furia ribelle”, sesto volume della serie “Comanche“, pubblicato nel 1975, segna un altro capitolo fondamentale della saga, arricchendo la narrazione con conflitti personali, tensioni sociali e un’azione intensa che riflette le trasformazioni del West. Red Dust è ora il vice sceriffo della città. Mentre si prepara ad accogliere un famoso fotografo, deve fermare due indiani ubriachi che stanno causando problemi in città. La situazione non fa presagire nulla di buono. Nello stesso tempo il ranch di Comanche viene attaccato dagli indiani. Sembra che i ribelli siano determinati a riprendersi i territori dei loro antenati. Red Dust è combattuto tra il suo senso di giustizia e la necessità di mantenere l’ordine. La situazione degenera rapidamente, portando a un crescendo di azione e tensione. Come in ogni episodio di Comanche, l’azione raggiunge un picco drammatico in cui tutti i personaggi sono messi alla prova. Hermann eccelle nel rappresentare il caos e l’intensità delle rivolte, con disegni che catturano la disperazione e l’energia della ribellione. Le dita del diavolo “Le dita del diavolo” è uno degli albi più emblematici di “Comanche”. Questo episodio, in particolare, si distingue per l’atmosfera più cupa e i risvolti psicologici. I personaggi sono costretti a confrontarsi con le proprie paure, i propri limiti e la propria moralità. Creenstone Falls, una domenica di giugno: mentre la città si prepara ad accogliere il futuro governatore, Red Dust decide di lasciare definitivamente la regione e dirigersi a nord. Giunto nel Montana, salva due poveri diavoli che gli raccontano che il rame, il quale si trova in abbondanza in questa regione, sta causando la rovina di molti contadini a vantaggio di pochi malviventi. Impegnato nella fattoria Duncan, è costretto a combattere i rappresentanti di un’azienda che vogliono cacciare i proprietari dalle loro terre per estrarre il rame… Gli sceriffi Questo episodio offre una riflessione sulla natura della giustizia, del potere e della violenza, pur mantenendo una forte componente di azione e avventura, caratteristiche tipiche del genere. I soci di Comanche aiutano un contadino a ricostruire il suo ranch bruciato. Lì sono appena arrivati sei uomini: sono gli sceriffi delle città saccheggiate da una banda di banditi che invitano Red Dust a unirsi alla loro spedizione punitiva. Hermann si distingue per il suo stile grafico crudo e realistico, che accentua l’atmosfera cupa e violenta del West. Le tavole sono piene di dettagli e trasmettono un senso di realismo che rende ancora più vividi i temi trattati. Greg, d’altro canto, arricchisce la narrazione con dialoghi incisivi e una trama che mescola sapientemente azione, suspense e riflessione sui temi morali. E il diavolo urla di gioia Il titolo stesso, “Il diavolo urla di gioia”, suggerisce il tono cupo e tragico della storia. La presenza del “diavolo” si materializza metaforicamente attraverso il contrasto tra il bene e il male, in un mondo dove la legge sembra impotente e i personaggi si trovano spesso a dover fare scelte difficili che sfidano la loro moralità. Con la paga del mese appena intascata, Red Dust, Darkface Toby e Ten Gallons si precipitano in città per visitare il bar della Contessa. È in questo luogo caldo e vivace che lo staff del Triple Six viene avvicinato da Addison de Vega, un broker assicurativo di Boston. Nel momento di esprimere la sua inimicizia verso questo procacciatore, Red Dust viene chiamato in soccorso da Comanche: il ranch Triple Six è in fiamme. Non c’è dubbio per il pistolero che si tratti di una frode. Hermann continua a impressionare con la sua capacità di rendere visivamente l’atmosfera cupa e tesa del Far West. Il suo stile si adatta perfettamente alla tensione psicologica e morale che pervade l’episodio, utilizzando chiaroscuri potenti per accentuare l’intensità dei momenti drammatici. Il corpo di Algernon Brown “Il corpo di Algernon Brown”, pubblicato nel 1982 sulla rivista Tintin, è l’ultimo albo disegnato da Hermann, che lascia la saga per dedicarsi completamente a “Jeremiah”, la sua nuova creatura del quale scrive anche i testi. In assenza dello sceriffo, Red Dust sorveglia l’area. Sulla riva di un fiume, scopre un cadavere: il corpo di Algernon Brown. L’uomo è stato colpito da colpi di arma da fuoco, ma il movente del delitto non era il denaro. Chi era esattamente questo personaggio e perché è stato ucciso? Inizia un’indagine difficile, e altri omicidi la complicano. La trama ruota attorno alla ricerca di una giustizia che sembra sfuggire e alla scoperta dei segreti di un individuo che, come tanti nel Far West, porta con sé un destino segnato dalla violenza. L’episodio si concentra sulle indagini, che devono scoprire la verità dietro la morte di quest’uomo, ma il tutto si trasforma presto in una riflessione più ampia sui temi del destino, della vendetta e delle cicatrici del passato. Seppur la serie continui, la sua fase più “classica”, quella definita dalle tavole di Hermann, si conclude con questo episodio, che rappresenta un perfetto mix di azione e introspezione, con una profonda riflessione sul tema della morte e della giustizia. Navigazione articoli MATITE BLU 414 IN ATTESA DELLA QUARTA AVVENTURA DI MAX FRIDMAN