Il Prof. Plum, un esperto nella valutazione di oggetti rari, riceve un messaggio in codice inviatogli da un facoltoso collezionista, Mr. Boddy, che dopo aver ricevuto alcune minacce di morte ha deciso di dare una cena nel suo castello. Nel castello, oltre alla cameriera e alla governante, Mrs. White, faremo la conoscenza di Mr. Green e Mrs. Peacock, di Miss. Scarlet e del Col. Mustard. In breve tempo, la cena si trasforma in una scena del crimine con l’uccisione di uno degli ospiti prima che sia servito il dessert. Plume e gli altri ospiti dovranno dividersi e cercare nel castello… immaginate un po’ cosa. Cluedo, negli Usa conosciuto come Clue, è un gioco da tavolo pubblicato originariamente in Inghilterra nel 1949. È un gioco estremamente popolare e relativamente incentrato sulla narrazione: alcuni ospiti in una villa devono scoprire chi di loro sia l’assassino dell’anfitrione. L’obiettivo è definito in modo chiaro, così come lo è il luogo dove si svolgeranno le indagini dei personaggi coinvolti. Di certo non siamo in presenza di trame complicate, ma concrete e congruenti. Nel 1985, il gioco venne portato sul grande schermo da Jonathan Lynn (Mio cugino Vincenzo), su un soggetto dello stesso regista e John Landis, in un film dall’omonimo titolo (Signori, il delitto è servito) con Tim Curry, Madeline Kahn, Michael McKean e Cristopher Lloyd. Nel 2016, la casa editrice americana Idw pubblica una prima miniserie di sei numeri dal titolo Clue, scritta da Paul Allor (Strange Nation, Teenage Mutant Ninja Turtles, Guardians of the Galaxy, G.I. Joe) su disegni di Nelson Daniel (The Cape, Judge Dredd, Teenage Mutant Ninja Turtles). Ora, a tre anni di distanza, esce un’altra miniserie su licenza, questa volta di tre numeri, dal titolo Clue: Candlestick, realizzata interamente dal talentuoso Dash Shaw, artista e noto nel mondo dei comic specialmente per i suoi lavori con Fantagraphics, tra cui Bottomless Belly Button (2018), New School (2013), Doctors (2014) e Cosplayers (2016), quest’ultimo edito anche in Italia da Fandango e da me consigliatissimo. Per rassicurare chi non vede di buon occhio le pubblicazioni su licenza, cominciamo con il dire che la storia raccontata da Dash Shaw è così ben realizzata che ci si dimenticherà ben presto che quanto stiamo leggendo è l’adattamento di un gioco da tavolo. Contemporaneamente, però, l’autore ha inserito parecchi riferimenti al gioco, adattandoli nel migliore dei modi al medium fumetto. I riferimenti al gioco sono così intelligentemente elaborati da assicurare che il titolo della miniserie non sia solo uno “specchietto per le allodole”, quanto una vera e propria sua “versione alternativa”: in pratica, Shaw mantiene le premesse del gioco, aggiungendo però dei cambiamenti di direzione fondamentali che rendono tutto eccezionalmente ben funzionante. È vero che la sceneggiatura non sorprende particolarmente, ma è comunque di buona qualità, e i personaggi resi famosi dal gioco qui vivono una loro vita: gli accadimenti e le relazioni che li riguardano sono ben lungi dall’essere prevedibili. Ovviamente un posto in primo piano è occupato dall’omicidio in cui i (ben) noti protagonisti del gioco saranno coinvolti, cosa che è anche l’occasione per approfondire un po’ più nel dettaglio i personaggi della storia che, pur senza un’eccessiva profusione di particolari, restituiscono comunque sempre caratterizzazioni ben riuscite, credibili e, soprattutto, funzionali. Questa semplicità non è da considerarsi una cosa negativa, quanto piuttosto una scelta stilistica, atta a mettere in evidenza all’occorrenza quei caratteri e quelle situazioni che più ne necessitano per lo svolgimento della trama e la risoluzione del giallo. Ma il punto forte del fumetto è indubbiamente l’arte di Dash Shaw. Graficamente, Shaw gioca con tavole che spaziano dai chiari riferimenti grafici al gioco di derivazione alla sperimentazione, ottenendo un risultato estremamente affascinante e, nonostante uno stile che non abbonda di particolari, sa sempre e comunque infondere gli stati d’animo dei personaggi e dare tutte le informazioni necessarie. Dalla copertina fino all’ultima pagina, le illustrazioni di Shaw sono sempre realizzate con grande attenzione (quelle surreali sono davvero eccezionali) alternando sequenze narrative ad altre più iconiche, dentro alle quali non è un caso trovare misteriosi ed enigmatici indizi. Interessante e azzeccato è l’uso che l’artista fa dei colori, pieni, bilanciati ed efficaci, che esaltano ulteriormente il particolare stile delle illustrazioni, e che possono ricordare le scelte cromatiche utilizzate per molti giochi in scatola. Cluedo è un gioco che parla principalmente dei suoi personaggi. Scoprire il colpevole è sempre stata la cosa più eccitante che non conoscere l’arma usata o il luogo dove è stato commesso. Ancora una volta Idw fa centro con un fumetto su licenza non fine a se stesso ma di estrema qualità. Giudizio finale: Intrigante! Clue: Candlestick #01 (di 3) storia, disegni, colori, lettering: Dash Shaw Idw pag. 40 spillato colore n. 1 29 maggio 2019 3 numeri mensili (Il fumetto è al momento disponibile solo in inglese). Navigazione articoli TOM & PONSI – 39 MATITE BLU 146