I temi principali dei film di Claude Chabrol (1930-2010), vere e proprie ossessioni registiche, sono la gelosia, le turbe mentali, i rapporti familiari o di coppia non idilliaci, il “lato oscuro della borghesia”.La centralità, in quasi tutte le vicende, ce l’ha però il delitto.Non a caso i maestri dichiarati del regista francese erano due giganti della suspense e del noir, vale a dire Alfred Hitchcock e Fritz Lang. In Chabrol, gli omicidi spesso sono commessi da persone insospettabili e mosse da impulsi a cui non riescono a resistere.In A doppia mandata, del 1959, un giovane di buona famiglia e legato visceralmente alla madre uccide l’amante del padre, una giovane donna di cui forse è innamorato.Un tradimento coniugale all’interno di una coppia benestante è alla base della storia di Stéphane, una moglie infedele (1969). Charles uccide l’amante della moglie colto da un accesso d’ira.Nel bellissimo Il tagliagole, del 1970, il macellaio Popaul si macchia di orribili delitti anche a causa delle atrocità a cui ha assistito durante la guerra d’Indocina.Due omicidi contrappuntano L’amico di famiglia (1973), e accompagnano sempre un tradimento coniugale. Pierre finisce per avvelenare la moglie depressa, poi insieme alla sua amante, Lucienne, causa la morte del marito di lei, un importante uomo politico.È ossessionato dalla moglie invalida anche il protagonista del film, tratto da un romanzo di Simenon, I fantasmi del cappellaio, del 1982. Léon, cappellaio in una cittadina di provincia, uccide la moglie e poi le amiche che dovrebbero venirla a trovare il giorno del suo compleanno. Senza riuscire più a fermare l’istinto omicida, strangola la donna di cui è innamorato.Preda di una folle gelosia nei confronti della bellissima moglie Nelly, l’albergatore Paul forse involontariamente uccide la donna con i sonniferi nel finale di un altro capolavoro di Chabrol, L’inferno (1994). L’allucinata sequenza conclusiva in ogni caso non chiarisce esattamente l’accaduto.Va sottolineato a questo proposito che spesso il finale dei film di Chabrol non offre una soluzione e lascia lo spettatore nel dubbio. Tuttavia quasi sempre i colpevoli vengono arrestati o comunque puniti in un modo o nell’altro. Come nel caso dell’inquietante thriller Il buio nella mente (1995), nel quale due donne si alleano e sterminano un’intera famiglia. Subito dopo una delle assassine muore in un incidente d’auto.Nel 1999 Chabrol gira Il colore della menzogna, tornando a una situazione già affrontata in passato: l’omicidio di una bambina. Un commissario indaga su questo delitto, di cui inizialmente viene sospettato il pittore René. Il quale invece, una sera, preda di un raptus, uccide uno scrittore che corteggiava la moglie.In Chabrol, anche quando l’omicidio nasce da un meccanismo abusato, sviluppa delle conseguenze inusuali. In uno dei suoi ultimi lavori, Il fiore del male (2003), una ragazza causa, seppur involontariamente, la morte del patrigno che l’ha molestata. Viene poi aiutata dall’anziana zia a nascondere il cadavere mentre la donna confessa di aver ucciso molti anni prima il padre.La corposa filmografia di Chabrol comprende più di sessanta lungometraggi e film per la tv. Quelli citati sono solo alcuni dei migliori, di cui mostriamo una sequenza significativa. Michel Serrault in “I fantasmi del cappellaio” Éric RohmerI personaggi di Chabrol sono interessanti indipendentemente dal fatto che sono filmati. Claude ChabrolQuando si scrivono dialoghi occorre fare attenzione al fatto che ogni personaggio si esprima con il proprio linguaggio e che tale linguaggio rispecchi l’ambiente a cui il personaggio appartiene. Enrico GhezziIl cinema di Chabrol continua come sempre a cancellare ogni traccia di sforzo. Claude ChabrolAnche quando giravo cose completamente stupide, sapevo perché le giravo e avevo voglia di farle. Pietro BianchiClaude Chabrol, laureato in farmacia, sembra uno di quei goliardi ridanciani, atticciati e occhialuti che, verso il mese di novembre, passano molto del loro tempo a perseguitare le matricole. Claude ChabrolUn regista mantiene un tacito accordo con la produzione: prima fare il film e poi fare il fesso, cioè, al momento dell’uscita, fare il giro dei media e vendere la propria merce. Andre S. LabartheChabrol, nei suoi film, continua ad analizzare l’opera di Hitchcock o di Lang attraverso il cinema. Claude ChabrolMi piace molto un montaggio che non sia meccanico. Bertrand TavernierDietro la sua immagine cinica, il suo aspetto beffardo, Claude è molto generoso. A un certo punto, durante la lavorazione di Capitaine Conan, ho attraversato un periodo di dubbio, di depressione. Claude mi ha aiutato a risolvere i miei problemi. Claude ChabrolAdoro le riprese, adoro il periodo in cui si gira, gli attori che si agitano sul set, finché continuerò ad amare questo lavoro continuerò a girare. Andrea G. PinkettsLa forza di Chabrol è che lui stemperava con un grandissimo senso dell’umorismo trasformando la tragedia in commedia. Claude ChabrolLa stupidità è infinitamente più affascinante dell’intelligenza. L’intelligenza ha dei limiti, mentre la stupidità non ne ha. Isabelle HuppertUn regista fantastico: mi manca tanto. Ah, il suo humour! Nel suo cinema non c’era mai nulla di sbagliato. Era divertente girare i suoi film. E mi piaceva molto lasciarmi andare, folleggiare con lui. Claude ChabrolDevi accettare il fatto che alcune volte sei il piccione, e alcune volte la statua. Regie cinematografiche di Claude Chabrol Le beau Serge (1958)I cugini (Les cousins) (1959)A doppia mandata (À double tour) (1959)Donne facili (Les bonnes femmes) (1960)I bellimbusti (Les godelureaux) (1961)L’avarizia (L’avarice) episodio del film I sette peccati capitali (Les sept péchés capitaux) (1962)L’Œil du Malin (1962)Ofelia (Ophélia) (1963)Landru (1963)L’uomo che vendette la Tour Eiffel (L’Homme qui vendit la Tour Eiffel), episodio del film Le più belle truffe del mondo (Les plus belles escroqueries du monde) (1964)La tigre ama la carne fresca (Le tigre aime la chair fraiche) (1964)La Muette, episodio del film Parigi di notte (Paris vu par…) (1965)Marie Chantal contro il dr. Kha (Marie-Chantal contre le docteur Kha) (1965)La tigre profumata alla dinamite (Le tigre se parfume à la dynamite) (1965)La linea di demarcazione (La ligne de démarcation) (1966)Le scandale – Delitti e champagne (Le scandale) (1967)Criminal story (La route de Corinthe) (1967)Les biches – Le cerbiatte (Les biches) (1968)Stéphane, una moglie infedele (La femme infidèle) (1969)Ucciderò un uomo (Que la bête meure) (1969)Il tagliagole (Le boucher) (1970)All’ombra del delitto (La Rupture) (1970)Sul far della notte (Juste avant la nuit) (1971)Dieci incredibili giorni (La décade prodigieuse) (1971)Trappola per un lupo (Docteur Popaul) (1972)L’amico di famiglia (Les noces rouges) (1973)Sterminate “Gruppo Zero” (Nada) (1974)Una gita di piacere (Une partie de plaisir) (1975)Gli innocenti dalle mani sporche (Les innocents aux mains sales) (1975)Profezia di un delitto (Les magiciens) (1976)Pazzi borghesi (Folies bourgeoises) (1976)Alice (Alice ou la dernière fugue) (1977)Rosso nel buio (Les liens du sang) (1978)Violette Nozière (1978)Le cheval d’orgueil (1980)I fantasmi del cappellaio (Les fantômes du chapelier) (1982)Il sangue degli altri (Le sang des autres) (1984)Una morte di troppo (Poulet au vinaigre) (1985)L’ispettore Lavardin (Inspecteur Lavardin) (1986)Volto segreto (Masques) (1987)Il grido del gufo (Le cri du hibou) (1988)Un affare di donne (Une affaire de femmes) (1988)Giorni felici a Clichy (Jours tranquilles à Clichy) (1990)Doctor M. (1990)Madame Bovary (1991)Betty (1992)L’oeil de Vichy (1993)L’inferno (L’enfer) (1994)Il buio nella mente (La cérémonie) (1995)Rien ne va plus – Il gioco è fatto (1997)Il colore della menzogna (Au coeur du mensonge) (1999)Grazie per la cioccolata (Merci pour le chocolat) (2000) Premio Louis-Delluc 2000Il fiore del male (La fleur du mal) (2003)La damigella d’onore (La demoiselle d’honneur) (2004)La commedia del potere (L’ivresse du pouvoir) (2006)L’innocenza del peccato (La fille coupée en deux) (2007)Bellamy (2009) Benoit Magimel e Mélanie Doutey in “Il Fiore del male” (Immagine all’inizio dell’articolo: Emmanuelle Bèart in “L’inferno”). Navigazione articoli SHAMELESS, IL SESSO AMERICANO IL MEGLIO DEI COMICI DI MAI DIRE GOL