Per quanto importante possa diventare nel tempo l’opera pubblicata di un artista, non raggiungerà mai l’attenzione che i fan dedicano alle opere mai pubblicate. Di seguito è riportato un elenco di progetti di Hergé, il grande fumettista belga, in ordine approssimativamente cronologico. Nel corso della sua lunga carriera, il padre di Tintin ha lavorato su numerosi spunti che non sono mai andati oltre la fase di pre-produzione. Alcuni di questi progetti hanno avuto problemi di sviluppo altri sono stati semplicemente cancellati, tutti sono avvolti da un alone di leggenda. La pista indiana “La pista indiana” (La piste indienne) è il primo dei progetti incompiuti e mai pubblicati ufficialmente di Hergé legati alle avventure di Tintin. Questo racconto continua ad alimentare la curiosità degli appassionati lasciando spazio a interpretazioni e a fantasticherie. Nel 1958, 26 anni dopo l’uscita di “Tintin in America”, Hergé cominciò a maturare il desiderio di presentare gli indiani d’America in modo più serio di quanto avesse fatto nell’albo del 1932, con l’intento di approfondire temi legati alla cultura e ai territori delle tribù indigene e attirare l’attenzione del pubblico sulle loro difficili condizioni di vita. Questo desiderio si accentuò quando nel 1971 fece il suo primo viaggio negli Stati Uniti con Fanny, la sua seconda moglie. Volle visitare la città di Chicago, dove quarant’anni prima Tintin aveva combattuto le organizzazioni criminali. Continuò il viaggio visitando Los Angeles, Las Vegas, Kansas City, Washington e New York. Hergé non mancò di fermarsi nella riserva indiana Sioux di Pine Ridge, nel South Dakota. Voleva vedere con i propri occhi gli indiani che aveva ritratto in Tintin. Rimarrà profondamente colpito dalla dignità con cui queste persone affrontavano la povertà e le loro dure condizioni di vita. Questo progetto però non vide mai la luce e ne sono circolate soltanto alcune immagini di schizzi o layout di pagine. “La pista indiana” è rimasta un’idea embrionale, diversi fattori contribuirono a determinare questo esito. Con il tempo, Hergé aveva maturato un approccio più documentaristico e realistico alle sue storie. Il precedente di “Tintin in America”, zeppo di stereotipi tipici dell’epoca, rischiava di condizionare l’approccio del lettore a “La pista indiana”, cosa che Hergè voleva assolutamente evitare. “La pista Indiana” passò sempre in secondo piano rispetto ad altri progetti paralleli in cui Hergè riuscì ad affrontare temi complessi, maturando un approccio più rispettoso verso le culture straniere. Hergé era noto per la sua insoddisfazione verso alcune idee considerate troppo semplicistiche o poco originali Nestor e la giustizia “Nestor e la Giustizia” (Nestor est la Justice) è una delle storie meno conosciute tra quelle mai pubblicate da Hergé, ed è ancora oggi avvolta da un alone di mistero. Si tratta di un progetto incompiuto che avrebbe dovuto approfondire il personaggio di Nestor, il fedele maggiordomo del Capitano Haddock. Il progetto era nato probabilmente dal desiderio di dare maggiore spazio ai personaggi secondari, ampliando il loro ruolo all’interno della saga. Questa storia sembra essere stata concepita tra il 1958 e il 1959. Alla fine fu abbandonata per intraprendere “Tintin in Tibet”. Era un periodo in cui Hergé esplorava nuovi filoni narrativi per diversificare le Avventure di Tintin. Non esistono versioni ufficiali o dettagli della trama, ma solo alcuni schizzi e annotazioni lasciati da Hergé, i quali suggeriscono che “Nestor e la giustizia” avrebbe dovuto essere una storia a tinte gialle. Nestor chiede al capitano Haddock un giorno libero per andare al capezzale della sorella malata, parte e ritorna in serata. La mattina dopo i giornali riportano l’omicidio di una persona che a prima vista non ha nulla a che fare con il maggiordomo. Nel corso delle indagini, i sospetti ricadono comunque su Nestor. Tutto lo accusa: le impronte digitali, il suo atteggiamento sospettoso, le sue bugie. L’esito finirà per scagionarlo: Nestor è stato vittima di un complotto. L’intento di Hergé potrebbe essere stato quello di mostrare un lato più attivo e determinato di Nestor, trasformandolo da semplice domestico a improvvisato detective. Diversi motivi potrebbero aver spinto Hergé ad abbandonare il progetto. Le Avventure di Tintin sono sempre state incentrate sull’azione e l’avventura, e una storia con Nestor protagonista rischiava di risultare troppo statica e di non avere lo stesso impatto dinamico. Hergé inoltre preferiva mantenere Tintin come fulcro narrativo. Dare il ruolo principale a un personaggio secondario avrebbe potuto alterare l’equilibrio della serie. Nonostante non sia mai stata sviluppata, l’idea di “Nestor e la giustizia” testimonia la volontà di Hergé di sperimentare nuove prospettive narrative. Se realizzata, questa storia avrebbe potuto offrire un ritratto più sfaccettato del maggiordomo, mostrando il suo spirito di iniziativa e la sua lealtà verso Haddock. Le pillole “Le pillole” è un progetto poco conosciuto legato alla stanchezza di Hergé, che, in un momento di scarsa ispirazione, aveva chiesto a Greg (pseudonimo di Michel Regnier), uno dei più importanti e prolifici sceneggiatori di fumetti belgi (autore tra gli altri di Bernard Prince e Luc Orient), di scrivere la sceneggiatura per una nuova avventura di Tintin. Questo tentativo rappresenta uno dei rari casi in cui Hergé considerò di affidare la scrittura di una storia di Tintin a qualcun altro. Tutto parte da un articolo sulla rivista Marie-France pubblicato nel 1957. Il giornalista Philippe Labro svela il caso di una famiglia americana diventata radioattiva dopo aver ingerito una pillola sconosciuta. Si parlò di esperimenti dell’esercito, che stava lavorando a una nuova arma, ma tutto fu presto insabbiato. Hergé rimase colpito da questa disavventura che gli sembrava uno spunto eccezionale per una nuova storia di Tintin. Nei suoi appunti troviamo: “Una bottiglia (o qualsiasi altro oggetto) contenente un prodotto mortale (pillole radioattive)? è stata portata via (per errore) da qualcuno”. Il primo titolo del progetto era La Boîte de Pandora, ma Hergè ben presto si trovò di fronte a uno stallo creativo. La storia non andava più avanti. Fu a questo punto che pensò di coinvolgere Greg. A Greg si deve il nuovo titolo Les pilules, mentre Hergè disegna otto tavole a matita dove mette in scena un incidente automobilistico. Sebbene la storia non sia mai stata completata né pubblicata, alcuni dettagli sono emersi nel tempo. “Le pillole” avrebbe dovuto ruotare attorno a misteriose pillole che provocavano effetti straordinari sugli esseri umani, forse legati a esperimenti scientifici. La storia si sarebbe inserita nel filone di avventure moderne con sfumature di fantascienza, similmente a “L’affare Girasole”. Il progetto non andò oltre la fase embrionale per diverse ragioni. Hergé era molto protettivo nei confronti di Tintin e probabilmente non si sentiva del tutto a suo agio nel lasciare ad altri il controllo creativo. Lo stile narrativo di Greg, più ironico e satirico, si discostava dall’approccio realistico e documentato che Hergé aveva sviluppato nelle ultime opere. Hergé perse entusiasmo per la storia, forse perché non la sentiva pienamente sua o perché non si integrava bene con il tono delle precedenti avventure di Tintin. Se fosse stata completata, “Le pillole” avrebbe potuto rappresentare una svolta per Tintin, avvicinandolo a temi più contemporanei e più audaci. Tintin e il Thermozero Tintin e il Thermozero” (Tintin et le Thermozéro) è uno dei progetti incompiuti più affascinanti legati a Hergé e alle Avventure di Tintin. La storia prosegue l’idea di collaborazione che Hergè e Greg avevano iniziato a delineare con Les Pilules. Si tratta di una storia diventata leggendaria per i tintinofili. Il progetto che prevedeva una storia di spionaggio sullo sfondo della guerra fredda non verrà mai realizzata, ma alcune parti verrano riciclate ne “L’affare Tornasole”. Hergé è deciso a espandere la sinossi che aveva scritto per Les pilules perché l’idea di partenza continua a sembrargli molto buona e quindi ci torna sopra due anni dopo chiedendo a uno dei suoi collaboratori, Jacques Martin, l’autore della serie Alix, di approfondire lo spunto. Il risultato non lo soddisfa, così si rivolge di nuovo a Greg che per la ragguardevole cifra di 50mila franchi belgi scrive un trattamento intitolato Le Thermozéro. La struttura della storia è quella di un thriller hitchcockiano. Desideroso di mettersi in mostra agli occhi di Hergé, Greg realizza una solida storia di spionaggio. Si parla di una nuova arma di fronte alla quale “una bomba H è solo un innocuo petardo”. Hergé prende la sceneggiatura di Greg, la rielabora, e disegna le prime tavole. Ma molto presto l’autore belga si sente intrappolato in questa storia che non è sua. Il progetto gli viene a noia e preferisce concentrarsi sul più introspettivo “I gioielli della Castafiore”. Hergé non si sentiva coinvolto emotivamente dalla storia, che continuava a sentire come un corpo estraneo. Il progetto era percepito dall’autore come poco autentico nel contesto delle avventure di Tintin e sembrava non decollare mai. Come Hergè ha confidato a Benoît Peeters: “… Mi sentivo intrappolato in una camicia di forza di cui non riuscivo a liberarmi, ho bisogno di essere costantemente sorpreso dalle mie stesse invenzioni…”. Come afferma Benoît Peeters: “Il processo creativo di Hergè è simile alla crescita dell’edera che segue la ruvidità del muro e si dirama a seconda della quantità di luce solare”. La sceneggiatura di Greg si rivelerà “troppo costruita e intrecciata per essere decostruita”. Un giorno d’inverno in un aeroporto “Un giorno d’inverno in un aeroporto” è uno dei progetti incompiuti meno conosciuti legati a Le Avventure di Tintin. Questo titolo si riferisce a un’idea che Hergé aveva vagamente sviluppato, ma che non arrivò mai alla fase di realizzazione completa. Si tratta di un concept affascinante che ha alimentato la curiosità dei fan per il suo potenziale narrativo. Una storia dove non succedeva nulla. Nel 1973, durante uno scalo all’aeroporto di Roma-Fiumicino, Hergé ebbe l’idea di ambientare la prossima storia di Tintin in un aeroporto. Come l’albo Les Bijoux de la Castafiore, che si svolge esclusivamente al Castello di Moulinsart e nei suoi immediati dintorni, l’intera storia si sarebbe svolta all’interno di un terminal aeroportuale. L’idea centrale era quella di far confluire una vera e propria moltitudine di personaggi, tra i quali l’emiro Ben Kalish Ezab, la Castafiore, il generale Alcazar, Nestor e altri, tutti all’interno dello stesso aeroporto. Tuttavia, reggere i fili della vicenda comportava un carico di lavoro fenomenale. Scoraggiato, Hergé si arrende e ripiega su una vicenda dalla struttura meno complessa: l’alph-art. Aveva dichiarato in precedenza: “Ho un’idea, anzi, ho un luogo, un’ambientazione: vorrei che tutto si svolgesse in un aeroporto, dall’inizio alla fine. L’aeroporto è un centro ricco di possibilità umane. Allora ho un posto, devo solo trovare una storia”. Anche se Hergé non sviluppò mai una vera e propria sceneggiatura, si possono immaginare alcuni elementi che questa storia avrebbe potuto includere. Tintin e il Capitano Haddock potrebbero trovarsi in aeroporto per un viaggio e venire coinvolti in una situazione sospetta, come lo scambio di una valigetta o il comportamento ambiguo di un passeggero. L’ambientazione invernale, con neve e visibilità ridotta, avrebbe aggiunto un senso di isolamento e pericolo, rendendo difficile distinguere amici e nemici. Se fosse stata realizzata, questa storia avrebbe rappresentato una novità nell’universo di Tintin, con un’ambientazione moderna e un’atmosfera più intima rispetto alle avventure classiche. L’aeroporto, come luogo di passaggio e incontri casuali, avrebbe potuto offrire spunti intriganti per misteri e colpi di scena. “Un giorno d’inverno in un aeroporto” resta una delle tante idee mai sviluppate da Hergé, ma affascina ancora per il suo potenziale narrativo. È un esempio di come l’autore cercasse sempre nuove strade per fare evolvere Tintin. Navigazione articoli MATITE BLU 417 ALAN MOORE CONTRO FRANK MILLER
Molto interessante. Esiste un volume in cui si raccolgono schizzi e idee per queste storie ? Grazie Rispondi