Scriveva Marco Giusti nel 1986: “Di tutti i nuovi registi americani, Dante è quello che più sembra spingere su un uso scatenante dell’animazione” (Il topo nella scatola dell’orrore, Incubi americani 68-86, Movie Club – Torino, 1986).

Studente di Belle Arti a Filadelfia, appassionato di fumetti fin da ragazzo, Joe Dante nel 1973 entra a far parte della New World di Roger Corman, che guarda caso tra i vari lavori nel 1976 gli affida il rimontaggio, per l’uscita nelle sale statunitensi, del film d’animazione di Bruno Bozzetto Allegro non troppo.

Già nel primo film Dante inserisce un riferimento ai fumetti. In Hollywood Boulevard (id., 1976), prodotto sempre dalla New World e diretto insieme ad Allan Arkush, la giovane Candy vuole diventare una star del cinema e per cominciare entra a far parte del cast di una pellicola d’azione di serie b, sul set del quale incidenti e morti misteriose si susseguono.
Al minuto 00:52:57 una delle protagoniste, Bobby, legge un numero di Uncle Scrooge (Zio Paperone). Nella scena successiva, sempre Bobby a bordo piscina sfoglia un fumetto di cui non si riesce a individuare la copertina.

Piranha (id.), del 1978, è ancora una produzione Corman, nata sulla scia del grande successo ottenuto dal film di Spielberg Lo squalo. Un branco di feroci piranha, mutati geneticamente, fa strage di bagnanti lungo un fiume della California.
Al minuto 01:01:50 una bambina legge il fumetto Mickey Mouse.
Joe Dante qui usa il cartone animato come contrappunto ironico, straniante. Al minuto 00:41:54 l’addetto alla manutenzione della diga sta guardando in televisione il cartoon in b/n The Little Pest (1931), della serie Scrappy (il ragazzino dalla testa tonda creato nel 1931 da Dick Huemer per la Screen Gems). Vediamo alcuni fotogrammi nei quali un pesciolino mangia un verme attaccato all’amo.

Lo stesso utilizzo del cartone animato, in maniera ancora più significativa, lo troviamo in uno dei migliori film del regista, L’ululato (The Howlyng), del 1980. A Los Angeles una giornalista viene aggredita da un maniaco durante una inchiesta per la televisione. Il medico le consiglia allora di andare in una comunità terapeutica in montagna per superare lo shock. Nel posto però vive una comunità di licantropi.
Al minuto 01:02:56 il maniaco dell’inizio, che in realtà è un lupo mannaro, attacca e uccide una collega della giornalista che ha scoperto la sua vera identità.
Dante però “anticipa” la comparsa del feroce licantropo mostrando alcuni fotogrammi di un cartone animato, trasmesso dalla televisione, con protagonista il disneyano Ezechiele Lupo.
Inoltre, al minuto 00:50:39, l’ultima parte di una scena in cui un uomo e una donna diventano lupi mannari è realizzata con l’animazione.
Sempre a proposito di animazione, il team di artisti che cura gli splendidi effetti speciali del film (che comprende innanzitutto Rob Bottin, poi Greg Cannom, Doug Beswick, Dave Allen, e Rick Baker come consulente) utilizza varie tecniche, compreso il passo uno.

Nell’episodio di Ai confini della realtà – Il film (Twilight Zone – The Movie, del 1983) intitolato It’s a Good Life, i cartoni animati la fanno da padroni. La giovane maestra Ellen a causa di un incidente conosce il piccolo Anthony, che ha il potere di far avverare qualsiasi cosa desideri.
I familiari, per paura d’essere puniti, si assoggettano a ogni suo volere. Mangiano solo ciò che piace a lui e sono costretti a guardare unicamente cartoni animati, che i televisori nelle varie stanze trasmettono in continuazione. “Nei cartoni animati possiamo fare tutto quello che ci piace”, dice Anthony a Ellen.
La casa stessa ha un aspetto, arredamento e colori da cartone.
Quando poi la sorella cerca di comunicare con Ellen scrivendo un messaggio sulla pagina strappata di un fumetto (“Aiutaci, Anthony è un mostro”), il bambino la manda nel regno dei cartoni animati, dove viene divorata da un drago.

In particolare nella prima parte della carriera, come hanno scritto Piera Detassis e Fabrizio Grosoli (Re-Make-Up, La cosa di questo mondo – Il New Horror Usa, Cinema & Cinema – Marsilio Editori, 1983), per Joe Dante “Walt Disney rimane il punto di riferimento” (anche se in un’intervista il regista ha dichiarato di preferire i cartoni della Warner).
Ed è così nel successivo Gremlins (id., 1984). Il padre di Billy regala al ragazzo un curioso animaletto di nome Gizmo, raccomandandogli di seguire una serie di istruzioni, tra cui quella di non bagnarlo mai. Quando per una disattenzione invece accade, da Gizmo nascono dei feroci mostricciatoli, i Gremlins. Dante non si limita a citarle l’universo Disney, inserendo ad esempio un Maggiolino Wolkswagen (protagonista del film Un Maggiolino tutto matto, diretto nel 1968 da Robert Stevenson, e dei vari seguiti).
“Di Disney ci sono il gusto per l’antropoformismo, l’effetto-neve che, ricoprendo il paese, gli conferisce lo scontornamento netto del disegno”, scrive Emanuela Martini sul mensile Cineforum (n° 241, gennaio 1985).
Il riferimento più evidente è la sequenza nella quale i Gremlins vanno al cinema a vedere Biancaneve e i sette nani (al minuto 01:20:30).
Inoltre, Billy è un aspirante fumettista. Il vicino di casa infatti dice che aspetta di vedere i suoi fumetti “pubblicati insieme a quelli di Smilin’ Jack e Li’l Abner”.

Nel 1985, con il fantascientifico Explorers (id.), Joe Dante racconta la storia di tre ragazzini che costruiscono una navicella spaziale e dopo un viaggio interplanetario giungono su un astronave abitata da alcuni pacifici extraterrestri. L’idea geniale del film è che i giovani alieni conoscano la vita del nostro pianeta solo attraverso i programmi televisivi, che guardano in continuazione. Tra le immagini trasmesse se ne possono vedere alcune di Gatto Silvestro. Anche l’apparizione della sagoma di un extraterrestre somiglia a un cartone animato.

Nel 1987 Dante gira vari episodi del film Donne amazzoni sulla Luna (Amazon Women on the Moon). Nell’ultimo, Reckless Youth, una giovane donna che ha contratto una “malattia sociale”, racconta a un medico il proprio passato dissoluto nel mondo di Hollywood. Il medico a un certo punto le mostra al microscopio “i germi che hanno attaccato il vostro sistema”. Il filmato che vediamo, di pochi secondi, nel quale decine di topolini rientrano correndo nella tana, è tratto da uno dei cortometraggi in b/n della serie Alice Comedies, diretti da Disney tra il 1924 e il 1926.

Sempre nel 1987 esce Salto nel buio (Innerspace). Per sottrarla alle brame di alcuni malintenzionati, uno scienziato inietta nel corpo di un timido commesso malato di nervi una navicella sperimentale miniaturizzata con tanto di pilota a bordo.
L’esperimento prevedeva invece che la navicella venisse iniettata in un coniglio bianco, che gli scienziati chiamano Bugs Bunny. Al minuto 00:10:00 si vede un pupazzo del personaggio dei Looney Tunes. Non a caso il film è prodotto dalla Warner Bros., stesso studio dei celebri cartoni animati.
In due scene molto riuscite (il racconto dell’incubo e l’incubo che si avvera) appare un’attrice, Kathleen Freeman, caratterista di razza, spesso presente nei film di e con Jerry Lewis. Il primo dei quali, Artisti e modelle, non solo ha a che fare con il mondo dei fumetti, ma è diretto da Frank Tashlin, che di fumetti e cartoni animati fu autore fino alla metà degli anni Quaranta. Indicato da Joe Dante, guarda caso, come uno dei suoi registi preferiti.
L’effetto cartone, usato da Dante ogni volta che gli è possibile, risulta piuttosto visibile nelle due scene di trasformazione (rispettivamente al minuto 01:19:19 e 01:25:).

Gremlins 2 – La nuova stirpe (Gremlins 2 – The New Batch), del 1990, è ambientato nel grattacielo di proprietà di un magnate megalomane. Qui lavorano i protagonisti del primo film, Billy e Kate. Quando uno scienziato trova Gizmo e lo porta in uno dei laboratori del grattacielo dove si fanno esperimenti genetici, l’animaletto finisce per essere accidentalmente bagnato e nascono di nuovo i feroci gremlins.
Al film viene abbinato, solo per la distribuzione italiana, il cortometraggio Box-Office Bunny, girato per i cinquant’anni di Bugs Bunny e che ha per protagonisti, oltre al celebre coniglio, i suoi colleghi Duffy Duck e Porky Pig. Joe Dante non c’entra nulla con la realizzazione del cartone, ma probabilmente non è un caso che la Warner abbia deciso di presentarlo nel nostro paese insieme a un film del più “cartonista” dei registi.
Comunque, Bugs Bunny e Duffy Duck compaiono anche prima dei titoli di testa in una gag sul logo della Warner e alla fine insieme a Porky Pig.
Molte immagini di Gremlins 2 ricordano i cartoni animati. L’ombra del gremlin al minuto 01:00:20, ad esempio, e al minuto 01:07:40 le sagome dei gremlins che fanno le ombre cinesi. Ed è un cartone anche il gremlin che finisce nel sistema telefonico del grattacielo (01:16:42).

In Matinee (id., 1993), ambientato nei primi anni Sessanta, mentre gli Stati Uniti temono una guerra atomica, un inventivo produttore di serie b prepara il lancio del suo nuovo film dell’orrore, che ha per protagonista un uomo-formica.
Al minuto 00:15:26 il ragazzo protagonista sta leggendo il numero 19 del settembre 1962 della rivista Famous Monsters of Filmland. Altri numeri della rivista li vediamo al minuto 00:30:05. In Famous Monsters, una delle più longeve riviste dedicate al cinema dell’orrore, ancora oggi esistente, venivano pubblicate anche le versioni a fumetti delle pellicole di maggiore successo.
A un certo punto, vediamo inquadrato anche un numero della rivista umoristica Mad, edita nel primo periodo dalla Ec Comics di William Gaines.
Al minuto 00:41:22 il produttore disegna un mammut sul muro, che si anima sotto gli occhi del ragazzo (per spiegargli il nesso tra l’immaginazione umana e l’emozione che può essere procurata dal cinema).
In una scena del film nel film poi si vede in secondo piano un cartone in b/n trasmesso dalla televisione.

Small Soldiers (id.), uscito nel 1998, ha per protagonisti degli aggressivi soldatini giocattolo, prodotti da una multinazionale. Poiché sono stati dotati di sofisticati microchip, i soldatini si organizzano come un vero e proprio esercito in miniatura e scatenano una guerra contro un gruppo di giocattoli rivali, i pacifici Gorgonauti, altrettanto intelligenti ma programmati per essere sconfitti. Coinvolgono anche la famiglia di un ragazzino che li protegge.
In Small Soldiers non ci sono i cartoni ma l’Animatronics che viene utilizzata per gli effetti speciali rappresenta, in fin dei conti, una variante aggiornata e computerizzata della tecnica con cui vengono realizzati i disegni animati. Si può ben dire che ogni effetto speciale dei film di Joe Dante derivi dalla sua passione per l’animazione (anche i piranha sono in parte animazione, anche l’uomo ombra che vive solo il letto nell’episodio intitolato appunto L’uomo ombra e diretto da Dante nel 1985 per la serie di telefilm Ai confini della realtà).

Prodotto dalla Warner nel 2003 dopo il successo di Space Jam, Looney Tunes – Back in Action combina l’animazione con riprese dal vivo. Il che permette a Joe Dante di dare libero sfogo con magistrale perizia narrativa e figurativa alla passione, coltivata da sempre, per l’universo animato Warner.
Il cascatore DJ Drake, licenziato dagli studios, si mette alla ricerca del padre, famoso agente segreto di Hollywood, rapito da un cattivo che vuole impossessarsi di un diamante dalla strano potere. Aiutano Drake gli eterni rivali Duffy Duck e Bugs Bunny e una produttrice di cartoni. Ma nel corso del film si ritagliano un ruolo tutti gli altri personaggi dei Looney Tunes, in particolare Willy il Coyote e Yosemite Sam.

 

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