I
musical di Broadway hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della grande musica americana. Con radici che affondano nell’Ottocento e un’evoluzione che ha attraversato il Novecento, i musical hanno svolto una funzione cruciale nell’integrazione di vari generi musicali, nell’innovazione armonica e nel rinnovamento delle tradizioni musicali, contribuendo in modo significativo alla formazione della musica popolare americana.

Gli anni trenta videro l’incredibile esplosione di alcuni dei talenti musicali più puri della musica moderna come Irving Berlin, Cole Porter, George Gershwin e Jerome Kern, che contribuirono in maniera determinante alla ridefinizione della forma canzone.

Negli anni venti e trenta, Broadway iniziò a produrre musical che fondevano diversi stili musicali, dalla musica classica alla musica popolare, dal jazz alla musica folk americana e che contribuirono a creare una musica profondamente radicata nella cultura e nell’identità americana.

 

1930 – Embraceable you [di George Gershwin \ Ira Gershwin]

“Embraceable You” fu scritta da George Gershwin (musica) e Ira Gershwin (testo) per il musical “Girl Crazy”, che debuttò nel 1930 e fece di Ginger Rogers una star. La melodia di “Embraceable You” è considerata una delle più eleganti di Gershwin.
Il brano è scritto in
modalità ballo lento e la sua progressione armonica è sofisticata, con un uso di dissonanze e risoluzioni che lo rendono perfetto per l’espressione romantica. Anche se “Girl Crazy” non è stato uno dei musical di Broadway più longevi, “Embraceable You” è diventato uno dei brani più rappresentativi di quell’era.

Nel corso degli anni, ha acquisito una vita propria, diventando un vero e proprio standard jazz, suonato e registrato da decine di artisti. Tra coloro che l’hanno incisa ricordiamo Billie Holiday, la sua versione del brano, registrata negli anni quaranta, è considerata una delle più emozionanti. In epoca recente ricordiamo la versione di Rod Stewart apparsa nel 2004 sull’album “Stardust… the Great American Songbook, Volume III”.

 

1930 – I got rhythm [di George Gershwin \ Ira Gershwin]   

Anche “I Got Rhythm” è stata scritta da George Gershwin (musica) e Ira Gershwin (parole) per il musical “Girl Crazy” del 1930. La canzone venne introdotta nel musical da Ethel Merman, che interpretava il ruolo di “Molly Gray”. La sua esibizione è diventata leggendaria e ha dato alla canzone una forza irresistibile che l’ha portata alla fama mondiale. Una delle caratteristiche distintive di “I Got Rhythm” è il suo ritmo, che è una versione semplificata della clave afro-cubana.

I Got Rhythm” ha dato origine a uno degli schemi armonici più famosi della musica jazz, noto come “rhythm changes”. Si tratta di una progressione armonica che si basa sulle 32 battute ed è stata adottata come struttura fondamentale per decine di composizioni jazz da parte di artisti come Charlie Parker, Dizzy Gillespie e John Coltrane. Una delle più belle tra le versioni recenti è quella incisa nel 2010 dalla cantante canadese Nikki Yanofsky.

 

1931 – As time goes by [di Herman Hupfeld]

“As Time Goes By” è stata scritta nel 1931 da Herman Hupfeld, un compositore e paroliere statunitense, per il musical “Everybody’s welcome”, ma è diventata famosa soprattutto grazie al film “Casablanca” (1942), dove è cantata da Dooley Wilson, che interpreta Sam, il pianista del bar “Rick’s Café Américain”.
La canzone è un classico in tema di amore e nostalgia, con un testo che riflette su come l’amore e il tempo siano eterni e inevitabili.

Dopo il successo in “Casablanca”, “As Time Goes By” è diventata una canzone amata e reinterpretata da molti artisti nel corso degli anni. È stata cantata e registrata da Frank Sinatra, Billie Holiday, Bette Midler, Michael Feinstein e molti altri. La sua melodia evocativa e il suo testo senza tempo hanno fatto sì che diventasse una delle canzoni più rappresentative della musica romantica americana. Tra le versioni recenti spicca quella del 1993 di Natalie Cole, figlia del grande Nat.


1932 – Night and day [di Cole Porter]

Night and Day” è una delle canzoni più celebri di Cole Porter, scritta nel 1932 per il musical “Gay Divorce”, la canzone è diventata subito un classico della musica americana. La sua melodia affascinante, la struttura innovativa e il testo sensuale l’hanno resa una delle composizioni più note di Porter. La melodia di “Night and Day” è una delle più sofisticate e avvolgenti di Porter. Ha una struttura armonica e melodica che segue un movimento ascendente e discendente, creando un effetto ipnotico che richiama l’idea di un amore senza fine, che non conosce né giorno né notte.

Nel musical “Gay Divorce”, “Night and Day” viene cantata da Fred Astaire e diventa subito il pezzo centrale dello spettacolo. Tuttavia, è stato il film “The Gay Divorcee” (1934), dove Fred Astaire e Ginger Rogers sono protagonisti, a portare la canzone al grande pubblico. Tra le versioni più recenti consigliamo quella del 2017 della cantante canadese Diana Krall.

 

1932 – April in Paris [di Vernon Duke \ Yip Harburg]

“April in Paris” è una delle canzoni più celebri e amate della musica popolare americana, scritta da Vernon Duke(musica) e E.Y. Harburg (testo) nel 1932 per il musical “Walk a Little Faster”. La canzone venne scritta in un periodo di crisi economica (la Grande Depressione) e non bastò a rendere in musical un successo, ma brillò sin dall’inizio di vita propria.

La canzone venne registrata per la prima volta nel 1932 da Ben Selvin and His Orchestra, ma il vero successo arrivò nel 1933 grazie alla versione di Count Basie e la sua orchestra, che portò il brano nel mondo del jazz e lo fece diventare un classico. Nonostante il suo debutto negli anni ’30, “April in Paris” ha mantenuto una freschezza senza tempo grazie alla sua melodia affascinante e al testo che cattura l’idea del romanticismo eterno. Uno bella versione è stata realizzata dalla giovane cantante francese Laura Anglade nel 2024.

 

1933 – Yesterdays [di Jerome Kern \ Otto Harbach]

La canzone “Yesterdays” è una delle più celebri e malinconiche composizioni di Jerome Kern. Fu scritta per il musical “Roberta” del 1933, contribuendo al successo che ottenne a Broadway. La versione più celebre e influente di “Yesterdays” è probabilmente quella di Billie Holiday, che la registrò nel 1941. La sua interpretazione della canzone ha portato il brano a un nuovo livello di popolarità e l’ha trasformato in un classico del jazz.

“Yesterdays” è un esempio straordinario del talento del paroliere Johnny Mercer, che riuscì a scrivere un testo che esprimeva un profondo senso di perdita e di malinconia. “Yesterdays” è una delle canzoni che meglio esprime il sentimento di nostalgia, una tematica molto popolare nella musica degli anni trenta, soprattutto durante la Grande Depressione, quando molte persone sentivano il peso della difficoltà economica e cercavano conforto nel passato.
Barbara Streisand ne diede una versione difficilmente dimenticabile nel 1966.

 

1933 – Smoke gets in your eyes [di Jerome Kern \ Otto Harbach]

“Smoke Gets in Your Eyes” è una delle canzoni più amate della musica americana. È stata scritta da Jerome Kern(musica) e Otto Harbach (testo) per il musical “Roberta” (1933). La trama del musical ruotava attorno alla storia di una giovane donna che eredita un negozio di moda in Francia.
La canzone fu inizialmente cantata da
Irene Dunne nel musical “Roberta”, dove lei interpretava il ruolo di una delle protagoniste. Tuttavia, la vera popolarità della canzone arrivò quando fu registrata dalla Orchestra di Paul Whiteman nel 1933.

La versione di Whiteman, cantata da Annette Henshaw, divenne un grande successo e la canzone iniziò a essere ascoltata in tutto il Paese. Nel corso degli anni, “Smoke Gets in Your Eyes” è stata interpretata da molti artisti jazz di fama, ma la versione che ha reso “Smoke Gets in Your Eyes” una vera e propria hit mondiale è quella incisa nel 1958 dal gruppo doo-wop The Platters. Brian Ferry ne incide una versione ultra sofisticata nel 1974.

 

1934 – Begin the beguine [di Cole Porter]

“Begin the Beguine” è stata scritta per il musical “Jubilee”, che debuttò a Broadway nel 1935. “Jubilee” non ebbe un grande successo in scena, ma la canzone “Begin the Beguine” si distinse immediatamente diventando così popolare che fu rapidamente separata dal contesto del musical e divenne un successo a sé stante. Il termine “beguine” si riferisce a un tipo di danza caraibica che molto popolare negli anni trenta.

La versione che portò “Begin the Beguine” alla fama internazionale fu quella di Artie Shaw e la sua orchestra. Shaw, uno dei più grandi clarinettisti del suo tempo, incise la canzone nel 1938 e la spedì al primo posto nelle classifiche rendendola uno dei brani più popolari della musica da ballo degli anni trenta.
Frank Sinatra ne diede una delle versioni più note con il suo stile inconfondibile, che ha dato alla canzone una qualità più intima e malinconica. Nel 1978 Julio Iglesias ne incide una versione molto ritmica.

 

1936 – I’ve got you under my skin [di Cole Porter] born to dance

“I’ve Got You Under My Skin” fu scritta da Cole Porter nel 1936 per il musical “Born to Dance”. La canzone si distinse immediatamente per la sua melodia elegante e il testo sofisticato, diventando una delle composizioni più memorabili di Porter.
La melodia è caratterizzata da una linea di basso inconfondibile e da una struttura armonica
che è diventata un modello per molte altre canzoni pop e jazz. Il testo di “I’ve Got You Under My Skin” è un’espressione di un amore travolgente e irresistibile.

Il protagonista della canzone ci racconta di un sentimento che si è radicato così profondamente in lui che lo “ha sotto la pelle”. La versione che ha consacrato “I’ve Got You Under My Skin” come uno degli standard del jazz è quella di Frank Sinatra, incisa nel 1956. La sua interpretazione è ancora oggi considerata una delle più straordinarie della sua carriera. Sulla stessa falsariga è la versione molto “sinatriana” di Michael Bublé del 1996.

 

1937 –  The Lady is a tramp [di Richard Rodgers \ Lorenz Hart] Babel in arms

“The Lady Is a Tramp” è una delle canzoni più divertenti e irriverenti scritte da Richard Rodgers (musica) e Lorenz Hart ( testo) e fa parte del musical “Babes in Arms” del 1937. La trama del musical ruotava attorno a un gruppo di giovani che mettevano in scena uno spettacolo per sfuggire alle difficoltà della vita. Il testo di Lorenz Hart è un’affermazione ironica e leggera su una donna che non si conforma alle convenzioni dell’alta società.

“The Lady Is a Tramp” si inserisce perfettamente nel contesto culturale degli anni trenta, un periodo segnato dalla Grande Depressione. Durante questi anni, molti artisti cercavano di sfuggire alla durezza della realtà attraverso l’ironia e la leggerezza, e questa canzone si inserisce perfettamente in quel filone. Oltre alla leggendaria versione di Frank Sinatra del 1957 ricordiamo quella del 2014 di Tony Bennett e Lady Gaga che ha portato la canzone a una nuova generazione di ascoltatori.

 

1937 – My funny Valentine [di Richard Rodgers \ Lorenz Hart] Babeler in arms

Anche “My Funny Valentine” è stata scritta per il musical “Babes in Arms” da Rodgers e Hart.  Il testo di Lorenz Hart è pieno di tenerezza e ironia. “My Funny Valentine” descrive un amore imperfetto ma sincero, celebrando la bellezza che si trova nelle imperfezioni. Il protagonista canta alla sua amata, elencando le sue caratteristiche che non sono convenzionali o “perfette”, ma che invece sono proprio ciò che lo affascinano e lo fanno innamorare.

La sua struttura armonica interessante e la sua melodia dolce ma complessa offrono un ampio margine per l’improvvisazione, ed è per questo che è stata tanto amata dai musicisti jazz. Una delle versioni più celebri è quella di Chet Baker, il leggendario trombettista e cantante jazz, che la registrò nel 1954 per l’album “Chet Baker Sings”, la rese iconica grazie al suo stile morbido e vulnerabile che si adattava perfettamente alla malinconia del brano. Segnaliamo anche una versione del 2021 eseguita da Sting accompagnato da Herbie Hancock.

 

Un pensiero su “LE GRANDI CANZONI DEI MUSICAL DEGLI ANNI TRENTA”
  1. Bel pezzo per un periodo musicale del quale non si tratta mai abbastanza e che molti credono antico e superato. Io sono appassionato da sempre di musical e George Gershwin (e cultura ebraica; “Someone to watch over me” ha ispirato un mio romanzo). Ricordo con nostalgia i miei 11 anni, quando Rai Uno (il “Primo”) trasmetteva i film con Fred Astaire prima del TG (“Buonasera con…”).
    Grazie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *