“Qualsiasi pazzo con delle mani veloci può prendere una tigre per le palle, ma ci vuole un eroe per continuare a strizzarle”, affermò un giorno Stephen King. Quell’eroe ha abbandonato questo mondo da 4 mesi e sembra che manchi da un’eternità. Per anni ha tenuto compagnia a intere generazioni cresciute con le sue pellicole, che continueranno a suscitare emozioni ancora per molto. I suoi film hanno accompagnato la crescita di un pubblico sempre più numeroso, passando il testimone alla futura prole, pronta a immergersi in avventure come Chi trova un amico, trova un tesoro, oppure riscoprendo il western di Lo chiamavano Trinità. In quel 27 giugno molti si sono risvegliati con un senso di solitudine che li ha portati a ripercorrere la carriera del loro amico, immergendosi nei ricordi più profondi, dove l’inevitabile nostalgia prende alla gola. “Hai accompagnato tutta la mia infanzia e ogni volta che danno un tuo film lo vedo sempre con piacere, trasmettendo anche a mio figlio di 7 anni questa passione… quando ride a crepapelle e spensierato mi sembra di rivedermi da piccolo”, è uno dei tanti messaggi che erano apparsi sulla pagina Facebook dell’attore napoletano. Frasi di cordoglio sono arrivate da diverse parti del mondo, in particolar modo dalla Germania, dove la coppia Spencer-Hill è considerata una vera e propria icona, tanto da coniare il verbo sich budspenceren che significa letteralmente picchiare come Bud Spencer. Su Twitter, il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas lo ha ricordato con un messaggio: “Pugno duro, cuore grande, un simpaticone. Un eroe della mia infanzia. Riposa in pace, Carlo Pedersoli”. Anche il New York Times aveva dedicato un articolo al gigante buono. Il giorno del suo funerale, Terence Hill ha preso la parola raccontando un toccante aneddoto risalente al momento in cui ha ricevuto la notizia della scomparsa del suo inseparabile amico. “Bud ripeteva sempre una frase, ‘ma non abbiamo mai litigato’, e la ripeteva continuamente con stupore. Era la dimostrazione che noi ci rispettiamo e ci amiamo”, ha continuato, e “quando Giuseppe mi ha comunicato che Bud era andato via io ero ad Almeria, in Spagna, nello stesso punto dove ci siamo incontrati la prima volta per girare il nostro primo film. E dopo la confusione, il dispiacere, il dolore, è arrivata una sensazione di calma, quasi di gioia: ho capito che niente avviene a caso, che la vita è eterna e che per questo Bud la viveva con gioia. Sono certo che quando lo incontrerò – ha concluso – mi verra’ incontro con la sua sella in spalla e mi dirà: ‘ma non abbiamo mai litigato’“. La coppia si incontrò per la prima volta nel 1967 sul set del film Dio perdona… io no! e da allora si instaurò un sodalizio che ci ha accompagnato per 18 film. La consacrazione arrivò nel 1970 con Lo chiamavano Trinità, tuttora cult movie indiscusso che riunisce molte famiglie a ogni suo passaggio in tv, con uno share sempre notevole. Un vero e proprio trionfo per un uomo predestinato al successo dato i suoi trascorsi da nuotatore: è stato il primo italiano a scendere sotto il minuto nei 100 metri stile libero il 19 settembre 1950, oltre a essere stato più volte campione italiano di nuoto a stile libero e in staffetta. Un uomo capace di cimentarsi anche nella musica grazie alla sua capacità compositiva, e con una gran passione per il volo, conseguendo diversi brevetti per diventare un pilota di linea e di elicottero. Ieri, nella notte di Halloween, Bud Spencer avrebbe compiuto 87 anni. Navigazione articoli LE COMMEDIE EROTICHE DI ALFONSO BRESCIA TORNA GETTER ROBOT IN TV
[…] di Steno (1980), il film successivo nel quale recita Cinzia Monreale, ha come protagonista un Bud Spencer orfano di Terence Hill, impegnato in un’avventura nella parte del poliziotto napoletano che […] Rispondi
[…] che recluta nel cast anche Maria Baxa, anche se in un ruolo secondario. Protagonista assoluto è Bud Spencer, un operaio ingiustamente accusato di omicidio che i suoi due figli (Andrea Balestri e Domenico […] Rispondi