Far conoscere una città attraverso i fumetti non è cosa facile. Ne so qualcosa avendo pubblicato a dispense nel 1993 la storia di Torino e del Piemonte a fumetti, tramite il quotidiano La Stampa di Torino.

Molto interessante perciò l’iniziativa di Guida Editori di Napoli, che presenta le città d’Italia non attraverso la Storia, ma con una storia. Le città raccontate finora sono Napoli, Milano, Torino, Bologna, Bergamo, ed è in preparazione Firenze.

Bergamo, uscita fresca quest’anno, con la sceneggiatura  di Gigi Riva, giornalista con lunga esperienza di lavoro in diversi quotidiani, inviato nei Balcani e in Medio Oriente, scrittore di saggi e romanzi di tema di cronaca, e anche soggettista e sceneggiatore di film.

Questa prima opera di Riva nel campo dei fumetti contiene una semplice storia sentimentale: lo iugoslavo Sasha negli anni ’70 incontra a Parigi la bergamasca Adriana. Tra loro c’è immediata simpatia. Non ci sarà continuazione poiché entrambi sono già sposati e con figli, ma il ricordo rimane in entrambi come di un avvenimento unico nella loro vita. Passati cinquanta anni, l’anziano Sasha arriva a Bergamo con la remota speranza di rivedere la donna amata in gioventù, e dopo minuziose ricerche la ritrova.

La linearità della vicenda ha uno scopo: far intravvedere intorno ai protagonisti le caratteristiche di due città, Parigi e Bergamo. L’idea originale di Riva è stata messa in sceneggiatura per fumetti da Alessandro Rossetti, regista, scrittore, promotore culturale. La grafica è affidata a diversi artisti: Gianni Allegra, Alessio Atrei, Lido Contemori (il coordinatore dei disegnatori), Marco De Angelis, Federico Gennari, Giuliano, Marzio Mariani, Cecco Mariniello, Marilena Nardi, Marcello Toninelli, Manlio Truscia. Senza nulla togliere a tutti questi, la parte del leone (questo modo di dire va rivisto d’ora in poi, a scanso di interpretazioni religiose) tocca però a Nives Manara, che disegna 16 pagine su 65 più la copertina.

Nella presentazione scritta di Marco Sarno, giornalista de La Repubblica, viene fatto notare come Bergamo e Parigi non siano in antitesi come luoghi d’arte e di sentimento. Nelle vignette della storia vediamo allora sfilare i ponti sulla Senna, la tour Eiffel, i boulevards, la cattedrale di Notre Dame, che non sembrano per nulla estranei alle viuzze antiche di Berghem de Hura (Bergamo alta sopra il suo colle), le sue mura, Il palazzo della Ragione, la basilica di santa Maria Maggiore, la cappella Colleoni, la piazza vecchia ed altri luoghi come l’albergo ristorante Agnello d’oro, dove venne girato Tre passi nel delirio dei registi Federico Fellini, Roger Vadim e Louis Malle, interpretato da Alain Delon, Brigitte Bardot, Terence Stamp, Jane e Peter Fonda.

Come essi stessi dicono, i protagonisti vivono “il sesso più bello della mia vita”, che viene disegnato da Nives Manara in due tavole, che esprimono non tanto la fisicità ma la tenerezza del rapporto.

L’ultima tavola di tutta la storia fa intendere un ritorno dell’antica passione, su uno sfondo ispirato a Gustav Klimt, specie a Il Bacio, dipinto del 1908 con le decorazioni delle vesti dei due amanti, ma tra i ghirigori art nouveau fanno capolino i panorami di Parigi e Bergamo.

In conclusione, Bergamo mon amour è un fumetto godibile, fruibile anche, e soprattutto, da chi non conosce Bergamo e le sue caratteristiche che facevano dire:

  • Il più bel luogo della terra e il più affascinante mai visto (Stendhal).
  • Rimasi lì incantato. Era un lembo dell’Italia più bella, una delle molte piccole sorprese di godimento per cui vale la pena viaggiare (Herman Hesse).

 

Un pensiero su “BERGAMO A FUMETTI”
  1. Auspicherei maggiore sintesi e minore bulimia iconografica.
    Maledetto sia il copia e incolla e chi lo ha inventato !!

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