Una trentina di cimici marroni puzzolenti stavano tutte raggruppate al calduccio tra il cuscino e il telo sottostante di una sdraio di legno che tengo sul terrazzo davanti alla cucina. Mio marito l’adopera per sedersi e prendere il sole nelle belle giornate.

Tamaya corallina
Tamaya corallina

 

In questo periodo dell’anno io sistemo il terrazzino antistante la cucina in modo da trovare tutto a posto in primavera. Non ritiro che poche piante, le altre le ho lasciate da due o tre anni sulle scale perché non ce la faccio più a fare avanti e indietro con i vasi. Le scale sono luminose e in parte riscaldate. Sono una serra fredda d’inverno e calde e luminose d’estate. I ficus, le begonie, le tamaye coralline, le amarillidi, la spina di Cristo ci stanno benissimo.

Anche sulle scale le cimici cadono a terra rimbecillite dal freddo. Sembrano intorpidite, non riescono a volare. Mi passano vicine e, tac, cadono sul marmo con le zampette all’insù. Il mio istinto sarebbe di prenderle e di buttarle dal balcone, ma mio marito urla: “Non toccarle, non prenderle con le mani perché poi non ti lavi bene e l’odore resta”.

Questo tipo di insetti, quando ero piccola e anche quando ero giovane, non esisteva da noi.

 

La cimice asiatica (Halyomorpha halys)

La cimice marmorata (detta anche cimice asiaticaHalyomorpha halys Stål, 1855) è un insetto parassita  della  famiglia  Pentatomidae (dalla forma pentagonale), ordine dei rincoti, originario di Cina, Giappone e Taiwan. In botanica e in zoologia si usa dare il nome agli animali e alle piante come aveva fatto per la prima volta il naturalista svedese Linneo (1707-1778). Ogni specie viene cioè indicata con due nomi latini: il primo è di solito un sostantivo e si scrive con l’iniziale maiuscola; il secondo può essere un sostantivo o, più spesso, un aggettivo e si scrive con l’iniziale minuscola.

Quindi Halyomorpha è il genere, halys è la specie, Carl Stål è l’entomologo svedese che, per primo l’ha studiata e le ha dato il nome, 1855 è l’anno in cui è stata  studiata e le hanno dato il nome.

Ogni femmina può produrre da circa 100 a circa 500 uova, mediamente 240, deposte a gruppi di 30. Le uova sono sferiche e bianche. Le cimici adulte che superano l’inverno si risvegliano a primavera e, in Italia, producono due generazioni, con tempi di sviluppo intorno ai 40-50 giorni.

 

Cimice viaggiatrice

È stata involontariamente introdotta negli Stati Uniti con i primi esemplari osservati nel mese di settembre 1998. Si pensa che sia arrivata negli Stati Uniti in un container. Halyomorpha halys è classificata come insetto dannoso all’agricoltura e dal 2010-11 è considerato un mangiatore di vegetali stabile dei frutteti degli Usa.

In Italia il primo esemplare è stato rinvenuto in provincia di Modena nel settembre 2012 ed è stato studiato dall’Università di Modena e Reggio Emilia.

Si pensa sia giunto in un container proveniente dagli Stati Uniti. Io non so perché si ritenga più probabile sia arrivato dagli Stati Uniti piuttosto che da un container cinese.

In Piemonte è stato trovato in un frutteto impiantato a pesche nettarine della cultivar Amiga nell’agosto del 2013 (Pansa e altri, 2013).

 

Pomodori

Vicino a casa ho un piccolo orto dove piantavo i pomodori, quattro piante di peperoncini, qualche cespo di basilico e un po’ di aglio. Un tempo piantavo due piante di cuore di bue per le insalate, qualche pomodoro calabrese insalataro, che mi illudevo fosse il Belmonte, e poi ciliegini a volontà. Adoro i ciliegini dalla buccia sottile.

Le mie amiche calabresi mi hanno insegnato a fare un sugo di pomodoro fresco da leccarsi i baffi, ma sono necessari i ciliegini dalla buccia sottile ben maturi. Si lavano, si asciugano. Poi si mette in un wok grande un abbondante giro d’olio extra vergine di oliva, si aggiunge uno spicchio d’aglio schiacciato, si lascia imbiondire e si sparge sul fondo del wok abbondante origano secco fino a coprirlo. Si lascia friggere in modo che l’olio si insaporisca. Quando l’origano e l’aglio sono imbionditi si aggiungono i ciliegini maturi o interi o tagliati a metà e si lasciano friggere finché la buccia dei ciliegini si stacca. A questo punto si aggiusta di sale e si aggiunge abbondantissimo basilico. Se non lo avete fresco usate il basilico surgelato. Se i ciliegini non vi sembrano ancora cotti aggiungete un po’ d’acqua e fate cuocere finché si disfano. Spegnete il fuoco e lasciate raffreddare. Passate la salsa con il passaverdure. So che alcuni immergono il mixer nei pomodorini cotti ma io preferisco passarli con il passaverdura  e buttare le bucce. Aggiungete un po’ d’acqua e, ancora, un po’ di basilico. Potete usare la salsa subito oppure conservarla nel freezer e usarla alla bisogna.

Vi rivelo la mia variante. Aggiungo 4 o 5 ciliegini più verdi che rossi, saporitissimi. Danno al sugo quell’acidità a contrasto con la dolcezza che è tipica del pomodoro fresco.  Me ne facevo una bella scorta per l’inverno con i ciliegini del mio orto e ne regalavo anche ai miei figli. Ai ciliegini davo solo un po’ di letame e poco poco guano al terreno prima che nevicasse. Non davo nessun insetticida. Pensavo: “Se poi  usi gli insetticidi industriali non val la pena di faticare e farti un orto”.  Quando lavoravo tra i filari di pomodori sostenuti da alte canne, c’erano le cimici verdi che banchettavano sulle piante.

 

Nezara viridula, la cimice verde

La cimice verde (Nezara viridula Linnaeus, 1758) è un insetto che mangia le piante  appartenente alla famiglia dei Pentatomidae (pure lei è pentagonale). Probabilmente è  originaria dell’Etiopia, ma ormai è diffusa in tutto il mondo.

Questo insetto, come la cimice asiatica, possiede delle ghiandole che emettono un odore fastidioso. Se la si schiaccia l’odore è tremendo e persiste. Si ritiene che questa caratteristica permetta alla cimice verde e anche alla cimice asiatica di limitare i predatori naturali che, sapendo come puzza e che sapore ha, evitano di predarla. Però esistono gli uccelli che la mangiano. Proprio per questo non ha molti nemici naturali, e i pochi che la predano cacciano le sue uova anziché l’esemplare adulto.

Gli adulti, insieme ai piccoli che si sviluppano dalle uova. infestano i pomodori: Nezara viridula è infatti chiamata anche cimice del pomodoro. 

Le cimici hanno un apparato boccale particolare.
Con dei rostri pungono le foglie e i frutti iniettando una sostanza che trasmette uno sgradevole sapore ai frutti che non si possono più mangiare.
Le foglie, dove sono state punte, si disseccano mentre i pomodori rimangono puntinati di bianco e poi sviluppano macchie nere.
Inoltre le cimici con le punture della loro bocca permettono ai batteri di attaccare le piante.

Le cimici attaccano il nocciolo che è una pianta molto importante in Piemonte per la produzione della Nutella. Il morso delle cimici provoca il cimiciato cioè la deformazione delle nocciole che diventano striminzite e sgradevoli.

Su tutte le piante che producono baccelli cioè piselli, fagioli, fave, ceci, arachidi, soia determina alterazioni del baccello e mutazioni nella forma e nella qualità dei semi.

Per combattere la Nezara viridula  e la cimice asiatica si possono usare dei preparati specifichi, ma è preferibile utilizzare le strategie biologiche come il sapone potassico molle o il piretro.

 

La cimice asiatica e i danni all’agricoltura

La cimice asiatica può causare gravi danni su diversi tipi di frutta, su vite e verdura. Frutti già colpiti dalla cimice sviluppano la formazione di fosse o aree necrotizzate sulla superficie esterna.

Punture precoci possono provocare la caduta del frutto e la sua malformazione. Su peperoni e pomodori le verdure punte appaiono all’esterno bianche e spugnose.

Se i frutti vengono punti già nella fase iniziale di sviluppo, le parti danneggiate diventano storte e deformate. Sulle foglie si formano placche chiare a causa dell’attività  della bocca delle cimici.

 

Piante ospiti

Le piante ospiti comprendono 300 specie di piante; a cui appartengono diverse colture frutticole come melo, pero, prugno, pesco e albicocco, nocciolo ma anche mais, soia e fagiolo. Altre piante ospiti sono pomodoro, peperone, acero, rovere, rose e frassino.

 

Prevenzione

Sono state utilizzate delle piccole vespe, note come parassitoidi della cimice asiatica, per impedire la loro diffusione. Depositano le proprie uova in quelle della cimice; quando le larve della vespa si sviluppano, uccidono le uova della cimice. Dopo 3 o 4 settimane emerge una vespa da ogni uovo di cimice, e le vespe emerse cominciano un nuovo ciclo.

Sono state fatte prove con le vespe Trissolucus semistriatus e Telenomus chloropus. L’uso di prodotti fitosanitari non si è dimostrato molto efficace.

Quando apparvero le prime cimici asiatiche si scoprì con grave disappunto che, da noi, non avevano nemici naturali in grado di tenere sotto controllo la loro proliferazione. In Asia chi controllava le cimici asiatiche era la vespa samurai, che inoculava le sue larve nelle uova. Tuttavia si temeva che l’introduzione della vespa samurai potesse danneggiare l’eco sistema. Poi il problema si è risolto da sé perché, al seguito della cimice asiatica, sono comparse le vespe samurai probabilmente importate con le uova della cimice.

 

Trissolcus japonicus o vespa samurai

La vespa samurai è una vespa molto più piccola delle nostre vespe. È di colore nero con la punta delle zampe, delle antenne e delle mandibole di colore giallognolo, rossiccio o marroncino. Le ali sono trasparenti.

La specie è un parassitoide non solo della cimice asiatica ma anche di altre cimici. La femmina depone un solo uovo alla volta nell’uovo di cimice e poi resta a difenderlo in modo che nessun altro parassita vada a deporre un suo uovo nell’uovo di cimice che aveva scelto.

La larva della nuova vespina samurai si sviluppa all’interno dell’uovo di cimice e ne causa la morte.

I maschi nascono prima delle femmine, e le aspettano per accoppiarsi. Ci sono 5 maschi per una femmina. Ogni femmina di vespa samurai può deporre una quarantina di uova alla volta, in modo che una singola vespa può distruggere un’intera massa di uova di H. halys. La vespa samurai  ha fino a dieci deposizioni di uova l’anno, mentre la cimice asiatica non supera le due.

 

Lotta biologica

La vespa samurai è adoperata nella lotta biologica contro la cimice asiatica. Nel loro ambiente naturale distruggono dal 60 al 90% delle uova di H. halys. Dobbiamo il suo impiego all’Agricultural Research Service di Newark durante gli anni Novanta, dopo che H. halys, giunta negli Stati Uniti d’America, ebbe causato gravi danni ai raccolti. Prima ancora di ottenere l’autorizzazione per iniziare la lotta biologica, venne comunque scoperto che la vespa samurai era già arrivata accidentalmente sul territorio americano, forse proprio insieme alle uova di H. halys.

 

Distribuzione

La specie è nativa di Giappone, Cina e Corea, ed è stata introdotta (accidentalmente, e poi di proposito) anche negli Stati Uniti d’America.

La stessa cosa è successa in Italia.

Nel giugno 2020 è stata avviata la lotta biologica delle vespe samurai liberandole in alcune aree del Trentino-Alto Adige e in Valtellina, per valutare la loro capacità di bloccare la proliferazione della cimice asiatica; in caso di esito positivo, la vespa samurai avrebbe potuto essere introdotta su tutto il territorio italiano. Nel luglio 2020 è stata avviata la sperimentazione anche in Svizzera.

 

Maggio 2024: lotta biologica alla cimice asiatica

Quattro anni sono passati dall’inizio del progetto di lotta biologica alla cimice asiatica, con l’impiego dell’antagonista naturale Trissolcus japonicus, una minuscola vespina assolutamente innocua per l’uomo e per gli animali, comprese le api, che proviene dall’Asia, dalle stesse zone da cui arriva la cimice asiatica. Nonostante venga comunemente chiamato vespa samurai, il Trissolcus japonicus è un insetto che si nutre di polline e nettare e non punge, in quanto usa il suo ovopositore soltanto per ovideporre le proprie uova in quelle di cimice asiatica, parassitizzandole.

Il progetto, partito nel 2020 con una durata prevista inizialmente triennale è stato poi prorogato di un ulteriore anno, con un programma definito dal “Tavolo Tecnico Cimice asiatica”.

 

Gli obiettivi del Progetto nazionale di lotta biologica
Nelle aree di origine delle due specie, la vespa samurai è il principale nemico naturale della cimice asiatica, che pertanto non arriva mai ai livelli di popolazione e di nocività che raggiunge da noi. L’obiettivo del progetto è stato quello di favorire l’introduzione di T. japonicus e il suo insediamento nei nostri ambienti, arrivando alla creazione di un nuovo equilibrio ecologico che consenta di limitare la crescita della cimice asiatica e la sua pericolosità. Tutte le attività del progetto sono state realizzate con l’intento di ridurre al minimo possibili effetti indesiderati sull’ambiente; per questo motivo, per esempio, l’allevamento in laboratorio della vespa samurai è stato eseguito esclusivamente su uova di cimice asiatica, in modo da ricevere una spinta che la indirizzasse nella ricerca soltanto delle uova deposte dalla cimice asiatica.

 

Dove è stata rilasciata
La vespa samurai è stata liberata nel 2020 e 2022 in 300 siti di lancio, mentre nel 2021 e 2023 in 100 siti. I luoghi in cui rilasciare la vespa sono stati identificati lungo i corridoi della Regione (aree verdi lungo i fiumi, boschetti eccetera), collocati in zone vicine alle principali aree coltivate a frutta. 


Primi risultati ottenuti
Nei quattro anni di lanci della vespa samurai sono state eseguite osservazioni e ricerche per valutare l’insediamento della vespa samurai ed eventuali effetti indesiderati su insetti del posto che non si voleva colpire.
 In alcune località la vespa samurai è riuscita  a distruggere il 45% delle cimici asiatiche. Inoltre, dalle osservazioni si è notato che la vespa samurai non ha fatto alcun danno alle specie locali di cimici.  

Per adesso però gli studiosi non si sbilanciano. 

 

2024: continua il monitoraggio
I dati raccolti nei 4 anni di lancio hanno dimostrato il ritrovamento e l’insediamento nel nostro paese della vespa samurai, anche in aree distanti dai punti di rilascio. Nel 2024 non sono stati fatti altri lanci, ma si continua a controllare l’attività della vespa samurai, come previsto al momento dell’avvio del progetto di lotta biologica. Infatti, il programma definito dal “Tavolo Tecnico Cimice Asiatica”  prevedeva l’osservazione della vespa samurai nei 5 anni successivi all’ultimo rilascio.

L’interruzione della campagna di lancio della vespa samurai è stata salutata da alcuni come una prova della vittoria di forze retrive che vogliono il male del pianeta. (Forse si allude alle multinazionali che producono i pesticidi?).

Non so che dire, ma sicuramente la prudenza è d’obbligo.

 

 

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