Negli anni ’60, la
Marvel Comics ha vissuto un periodo di grande successo e innovazione grazie a Stan Lee, Jack Kirby, Steve Ditko e altri autori e disegnatori di talento. Questa crescita non è stata casuale: la Marvel è riuscita a conquistare un vasto pubblico, non solo per la qualità delle sue storie, ma anche per il modo in cui ha saputo intercettare, riflettere e incorporare le tematiche sociali e culturali più rilevanti del periodo.

Dall’inizio degli anni sessanta il pubblico dei fumetti comincia ad apparire sempre più sensibile alla cronaca che comincia ad entrare all’interno delle storie raccontate. Sono anni di grandi rivolgimenti storici, di forti tensioni e di cambiamenti sociali.

Tematiche come la corsa allo spazio, la paura del nucleare, la guerra del Vietnam e la contestazione giovanile sono state affrontate nei fumetti Marvel, conferendo loro una rilevanza sociale che ha reso i suoi personaggi più vicini al pubblico e più pertinenti rispetto ad altri supereroi, che spesso sembravano più distaccati e ideali.

 

1961 – La corsa allo spazio

12 aprile 1961, Mosca. Il mondo si ferma con il fiato sospeso. I telegiornali interrompono le trasmissioni ordinarie. Le radio di tutto il pianeta rimandano una notizia che sembra presa da un film di fantascienza: un uomo è nello spazio.
Il suo nome è
Yuri Alekseyevich Gagarin, ha 27 anni ed è un pilota dell’aeronautica sovietica. A bordo della capsula Vostok 1, lanciata dal cosmodromo di Baikonur, sta orbitando attorno alla Terra. È il primo essere umano a lasciare l’atmosfera terrestre.

Mentre la capsula compie il suo tragitto, il mondo trattiene il respiro. Le potenze occidentali, colte di sorpresa, seguono la missione con un misto di ammirazione e inquietudine. Poi, la voce gracchiante di Gagarin attraverso le comunicazioni radio urla: «Pojechali!»Andiamo! Il viaggio nello spazio è cominciato.
E così, in quel giorno di primavera del 1961,
l’uomo spezzò le catene della gravità e si sollevò verso il cielo come mai aveva osato prima. Lo spazio non era più solo il regno degli dèi. Era diventato territorio dell’uomo.


1961 – Fantastic Four n. 1

Il primo numero dei Fantastici Quattro, pubblicato nel novembre 1961, è profondamente influenzato dall’impresa di Yuri Gagarin e dal contesto della corsa allo spazio.

Pochi mesi dopo l’impresa del Vostok 1, Stan Lee e Jack Kirby crearono i Fantastici Quattro, introducendo una squadra di astronauti che acquisiscono superpoteri dopo essere stati esposti a raggi cosmici durante una missione spaziale. Questa trama riflette direttamente le ansie e le aspirazioni dell’epoca riguardo all’esplorazione spaziale e alla competizione tra le due superpotenze.

La missione spaziale dei Fantastici Quattro è motivata dal desiderio di superare i sovietici nella corsa allo spazio, un tema che rispecchia le tensioni della Guerra fredda.
Come riportato nel Marvel Database, “Alla fine del 1961, nessuno negli Stati Uniti sapeva realmente come le condizioni nello spazio avrebbero influenzato un essere umano”. Questo sottolinea come l’incertezza e la competizione dell’epoca abbiano influenzato la narrazione del fumetto.

 

1962 – I test nucleari

L’Operazione Nougat rappresenta un capitolo significativo nella storia dei test nucleari degli anni ’60, segnando la ripresa delle sperimentazioni sotterranee da parte degli Stati Uniti dopo una moratoria di quasi tre anni.
L’Operazione Nougat fu una serie di
44 test nucleari condotti principalmente presso il Nevada Test Site tra il 15 settembre 1961 e il 30 giugno 1962. Furono effettuati in risposta alla decisione dell’Unione Sovietica di abbandonare unilateralmente la moratoria sui test nucleari il 31 agosto 1961.


Il primo test dell’Operazione Nougat, denominato
Antler, fu eseguito il 15 settembre 1961. L’Operazione Nougat segnò una transizione verso test nucleari sotterranei che riducevano l’esposizione al fallout radioattivo rispetto a quelli atmosferici. Tuttavia, alcuni test presentarono problemi di contenimento, con perdite di radiazioni attraverso i tunnel.
Questi eventi alimentarono il dibattito pubblico e politico sull’uso delle armi nucleari e portarono, nel 1963, alla firma del
Trattato di messa al bando parziale degli esperimenti nucleari, che vietava i test nucleari nell’atmosfera, nello spazio e sott’acqua.

 

1962 – Hulk n. 1

Il personaggio di Hulk è profondamente legato alle preoccupazioni sui test nucleari degli anni ’60. Creato da Stan Lee e Jack Kirby, Hulk fece il suo debutto in The Incredible Hulk n. 1 nel maggio 1962, in un periodo segnato dalla corsa agli armamenti nucleari e dalle tensioni della Guerra fredda.
La trasformazione di Bruce Banner in Hulk avviene a seguito dell’esposizione accidentale ai raggi gamma durante il test di una “bomba gamma”, un dispositivo immaginario che richiama le reali sperimentazioni nucleari dell’epoca.

Questa storia riflette le ansie collettive riguardo gli effetti sconosciuti delle radiazioni e la possibilità che la scienza potesse sfuggire al controllo umano.
Secondo l’analisi di Les Daniels in “Marvel: Five Fabulous Decades of the World’s Greatest Comics”, Hulk rappresenta “l’incarnazione più inquietante dei pericoli insiti nell’era atomica”.
L’ambientazione del test della bomba gamma nel deserto del New Mexico richiama direttamente i test nucleari reali.

 

1963 – La guerra del Vietnam

La guerra in Vietnam conobbe una accelerazione tra il 1962 e il 1963, specialmente per quanto riguarda l’impegno degli Stati Uniti. Questo periodo rappresenta una fase cruciale di espansione del coinvolgimento militare americano, sebbene formalmente non si fosse ancora entrati in una guerra su vasta scala.
Gli Stati Uniti
passarono da un ruolo di supporto logistico a una presenza militare operativa sempre più marcata, aprendo la strada all’escalation che culminerà nel pieno intervento militare dal 1965 in poi, sotto la presidenza di Lyndon B. Johnson.

Il presidente John F. Kennedy aveva già aumentato significativamente il numero di “consiglieri militari”. Il numero di truppe statunitensi in Vietnam passò da 900 (inizio 1961) a circa 11.000 nel 1962.
Nel 1962 inizia anche l’uso di defolianti chimici, come
l’Agente arancio, per distruggere la vegetazione che copriva i movimenti dei guerriglieri Viet-Cong. Questo segna l’inizio della “guerra chimica” su larga scala.

 

1963 – Tales of Suspense n. 39

Il personaggio di Iron Man (Tales of Suspense n. 39, marzo 1963) è nato proprio in risposta al clima politico e militare degli anni ’60, e in particolare al crescente coinvolgimento americano nella guerra del Vietnam.
Tony Stark, l’alter ego di
Iron Man, è un industriale e inventore di armi, ferito gravemente durante una missione nel Sud-est asiatico (inizialmente nel Vietnam, poi aggiornato in contesti più moderni). Catturato dai nemici, è costretto a costruire armi per loro, ma invece crea un’armatura per salvarsi la vita e fuggire. Nasce così Iron Man.

Nel 1963 gli Stati Uniti stavano aumentando il coinvolgimento militare in Vietnam, e l’opinione pubblica iniziava a dividersi.
Stan Lee ha spiegato che voleva
un eroe difficile da amare, un venditore d’armi, simbolo di quella tecnologia militare su cui tanti avevano dubbi. “Volevo vedere se potevo prendere il tipo di personaggio che la gente odia – il magnate dell’industria delle armi – e farglielo piacere”.


1964 – Il movimento per i diritti civili

Tra il 1963 e il 1964 si acuisce chiaramente il contrasto tra Martin Luther King Jr. e Malcolm X, due delle figure più emblematiche del movimento afroamericano per i diritti civili. Martin Luther King Jr. Leader della Southern Christian Leadership Conference proponeva una lotta non violenta ispirata a Gandhi. Credeva nell’integrazione e nella possibilità di cambiare l’America dall’interno attraverso leggi, proteste pacifiche e pressione morale.

Malcom X, membro della Nation of Islam fino al 1964, sosteneva il nazionalismo nero e la separazione razziale più che l’integrazione. Denunciava il razzismo sistemico come parte fondante degli Stati Uniti e si mostrava scettico verso i cambiamenti legali e la collaborazione con i bianchi.
Dopo la Marcia su Washington (agosto 1963)
, King pronuncia il celebre discorso “I Have a Dream”. Malcolm X lo critica duramente, definendola la “Farce on Washington” (farsa su Washington), dicendo che era stata “addomesticata dai bianchi” per calmare la rabbia nera.

 

1964 – X-Men n. 4: La confraternita dei mutanti malvagi

Le figure di Magneto e Professor X pare siano ispirate – almeno in parte – a Malcolm X e Martin Luther King Jr., soprattutto nella loro opposizione ideologica riguardo ai diritti dei mutanti (che fungono da metafora per le minoranze discriminate, in particolare gli afroamericani).
Il Professor X sarebbe Martin Luther King Jr.: Charles Xavier
crede nella convivenza pacifica tra mutanti e umani. Promuove la nonviolenza, l’educazione, la mediazione politica, la moralità.

Combatte l’odio cercando di cambiare i cuori e le menti, proprio come King lottava per l’integrazione e la giustizia attraverso metodi pacifici. Xavier fonda una scuola, un chiaro parallelo con l’idea di formare una nuova generazione consapevole, proprio come faceva King nel suo lavoro di leadership comunitaria e religiosa.
Magneto sarebbe Malcolm X. Magneto
crede che i mutanti siano superiori e che la coesistenza con gli umani sia impossibile. Predica l’autodifesa militante e a volte l’attacco preventivo.

 

1965 – La cultura psichedelica

Intorno al 1965 l’Lsd comincia a diventare un fenomeno cospicuo, assumendo un ruolo nella “controcultura” americana. L’Lsd (dietilamide dell’acido lisergico) fu sintetizzato nel 1938 dal chimico svizzero Albert Hofmann e scoperto nei suoi effetti psicoattivi nel 1943.
Negli anni ’50 e primi ’60 fu studiato in ambito medico-psichiatrico (anche dalla Cia nel progetto Mk-Ultra), usato per trattamenti sperimentali contro l’alcolismo, la depressione e per simulare la schizofrenia nei test clinici.

L’uso dell’Lsd inizia a crescere nella cultura underground a partire dal 1962–63, ma è nel 1965 che esplode la sua fama, in parallelo all’ascesa del movimento hippie e alla cultura psichedelica.
Timothy Leary
, ex docente di Harvard, diventa una figura chiave nella sua diffusione, predicando il mantra: “Turn on, tune in, drop out”. L’Lsd non è ancora illegale, quindi circola liberamente in ambienti universitari, artistici e musicali. Si diffonde nei raduni alternativi come i primi “Acid Tests”organizzati da Ken Kesey e i Merry Pranksters, dove l’Lsd veniva assunto collettivamente accompagnato da luci, musica e improvvisazione.


1965 – Strange Tales n. 130-144: La saga di Dormammu

Il Doctor Strange creato da Steve Ditko è una delle incarnazioni più potenti della cultura psichedelica nei fumetti degli anni ’60. Le atmosfere delle storie di Doctor Strange riflettevano in qualche modo l’estetica e la filosofia della controcultura psichedelica.
Le tavole di Ditko con Doctor Strange presentano
paesaggi cosmici astratti, dimensioni alternative, simboli mistici, forme geometriche fluttuanti, spirali, portali, volti distorti e realtà frattali.

Questi ambienti ricordano le descrizioni delle esperienze sotto Lsd o mescalina (come nei testi di Aldous Huxley e Timothy Leary). Il personaggio entra regolarmente in dimensioni parallele, spesso attraverso “passaggi mentali”, “viaggi astrali”, o “porte della percezione”.
Come scrisse un lettore alla Marvel nel 1966: “Doctor Strange fa sembrare l’Lsd superfluo”. Doctor Strange fu
rapidamente adottato dalla cultura underground. Compariva nei poster psichedelici, nei fumetti alternativi, veniva citato in poesie e musica.


1966 – Per la prima volta un afroamericano ricopre una carica importante

Nel 1966 Robert C. Weaver fu nominato primo segretario (ministro) afroamericano di un dipartimento del governo federale degli Stati Uniti – un evento simbolico e storico strettamente legato alla lotta per i diritti civili. Era un economista e funzionario pubblico afroamericano esperto di politiche abitative e urbanistiche.
Attivo già dagli anni ’30 in vari ruoli governativi sotto Roosevelt e Truman.
Nel gennaio 1966, il presidente Lyndon B. Johnson lo nomina segretario del neonato Dipartimento per la Casa e lo Sviluppo Urbano.

Weaver diventa così il primo afroamericano della storia a far parte del Gabinetto presidenziale degli Stati Uniti. La sua nomina avviene sulla scia del Civil Rights Act (1964) e del Voting Rights Act (1965).
Johnson intendeva
dimostrare l’impegno della Casa Bianca nel promuovere l’integrazione razziale anche nelle istituzioni di potere. Weaver aveva lavorato a lungo per migliorare l’accesso degli afroamericani alla casa, al lavoro e ai servizi urbani, temi centrali nella giustizia sociale dell’epoca.


1966 –
Fantastic Four
n. 52: Pantera Nera

Il personaggio di Pantera Nera (Black Panther) viene creato da Jack Kirby e Stan Lee nel 1966, e la sua nascita è legata al clima della lotta per i diritti civili negli Stati Uniti.
l’America stava iniziando, almeno simbolicamente, a riconoscere la presenza e il valore del contributo afroamericano nella cultura, nella politica e nella società.
È un re africano: T’Challa non è un sidekick né un personaggio minore, ma un monarca, uno scienziato e un guerriero. Un’immagine potente che sovverte gli stereotipi razzisti.

Viene da un regno indipendente e avanzatissimo: il Wakanda è più tecnologicamente avanzato degli Stati Uniti. Questo è un messaggio contro l’idea di “Africa arretrata”. Appare su Fantastic Four, la testata più popolare Marvel del momento: il personaggio viene lanciato con enorme visibilità, non relegato a un titolo minore.
Robert C. Weaver viene nominato a inizio 1966, poco prima della pubblicazione del n. 52 di Fantastic Four. La creazione di Black Panther riflette il cambiamento d’epoca, in cui i neri americani non vogliono solo pari diritti, ma anche una rappresentazione dignitosa e orgogliosa nei media e nella cultura.

 

1967 – I giovani contestatori iniziano a bruciare le cartoline di leva

La contestazione alla coscrizione obbligatoria durante la Guerra del Vietnam fu uno dei motori principali della protesta giovanile e del movimento pacifista negli Stati Uniti tra la metà degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.
Nel 1967 i giovani contestatori iniziarono a bruciare pubblicamente le cartoline di leva.

Durante la Guerra del Vietnam, centinaia di migliaia di giovani furono chiamati a combattere in un conflitto considerato sempre più impopolare. Gli studenti universitari (in gran parte bianchi e benestanti) potevano ottenere rinvii (deferments). I giovani poveri, neri e latini, senza accesso all’università, erano sproporzionatamente rappresentati al fronte.
Un celebre slogan diceva:
“Poor people fight rich people’s wars”. Muhammad Alì rifiutò la leva nel 1967 per motivi religiosi e politici, per questo fu privato del titolo mondiale e condannato (poi assolto).

 

1967 – The Amazing Spider-Man n. 83

Nel 1967, nei fumetti Marvel, Flash Thompson, il bullo redento e compagno di liceo di Peter Parker (Spider-Man), parte per la guerra del Vietnam, diventando uno dei primi personaggi mainstream a rappresentare un giovane americano chiamato alla leva nei fumetti supereroistici.
Flash, un tempo arrogante e superficiale,
mostra maturità e senso del dovere decidendo di arruolarsi. Questo gesto riflette un’immagine positiva del servizio militare, in un momento in cui la società americana è profondamente spaccata. Flash non è un emarginato o un disgraziato, ma un ragazzo della middle class.

Stan Lee non prende una posizione chiara sulla guerra, ma non può permettersi di ignorarla e sceglie di mostrare comunque gli effetti personali del conflitto. Con Flash, il lettore vede un volto familiare coinvolto in un contesto drammatico.
Flash rappresenta un
ponte narrativo tra l’ideale patriottico e la crescente disillusione giovanile. La Marvel, con questa scelta, fotografa un Paese che cambia, anche nei suoi eroi secondari.

 

1968 – La contestazione giovanile

Il 1968 è ancor oggi sinonimo di contestazione. In quell’anno i giovani contestarono più o meno tutto, si concentrarono le proteste sull’antiautoritarismo. l’antimilitarismo e l’anticapitalismo.
L’antiautoritarismo criticava il modello autoritario della società, che si esprimeva attraverso
il sistema educativo, il controllo statale e governativo.

L’antimilitarismo partiva dalla critica alla guerra del Vietnam. L’idea di “esportare” la democrazia e combattere il comunismo in terre lontane divenne un simbolo di un ordine mondiale militarizzato.
L’anticapitalismo del Sessantotto, infine, sfociò in una critica radicale al sistema economico. che veniva incolpato di produrre disuguaglianze sociali, sfruttamento del lavoro e alienazione.


1968 – Silver Surfer

La Marvel rispose alle istanze di protesta con un personaggio unico che Stan Lee “ruba” a Jack Kirby e trasforma da messaggero, sostanzialmente freddo ed enigmatico, in una figura nobile dalle suggestioni messianiche, che diventa nella versione di Buscema una sorta di alfiere della controcultura.
Silver Surfer combatte l’autoritarismo ribellandosi alla sua condizione di servitù (lavorava come araldo di Galactus, un’entità cosmica che consuma mondi). Surfer combatte il militarismo con una profondità filosofica che richiama temi come la
pace interiore, la ricerca di significato nell’universo e la critica alle guerre e all’oppressione.

Questi temi erano propri del movimento della controcultura degli anni ’60, che abbracciava la pace e il rifiuto della violenza. Alcuni hanno visto il rapporto di Silver Surfer con Galactus una versione dell’anticapitalismo. Galactus rappresenta una forza predatoria, che distrugge e consuma senza riguardo per la vita o l’equilibrio ecologico di un pianeta.
In definitiva, Silver Surfer diventa una sorta di
allegoria della disillusione e della ricerca di un senso più profondo.

 

1969 – Captain America n. 114

Sharon Carter è stata introdotta in Tales of Suspense n. 75 nel 1966, creata da Stan Lee e Jack Kirby. Il personaggio è stato concepito come un agente dello Shield e inizialmente era destinato a essere una sorta di “donna di supporto”, ma sotto l’influenza dell’emergente movimento femminista si è evoluta in una figura vicina a quelle tematiche.
Sharon Carter è un personaggio che incarna una certa
indipendenza e forza. Come agente dello Shield, Sharon non è solo una un’innamorata di Steve Rogers (Capitan America), ma un’agente segreta di alto livello, impegnata in missioni ad alto rischio, come quando nel n. 114 di Capitan America credendo Cap morto affronta da sola una serie di pericolosi criminali.

Sharon Carter rappresenta una donna forte e autonoma che non ha bisogno di essere “salvata” da Capitan America. In questo senso sfida la tradizionale figura della “donna in pericolo” che necessita di essere protetta e salvata dai supereroi maschili.
Q
uesto si allineava con le lotte del movimento femminista che cercava di affermare il diritto delle donne a lavorare e a ricoprire ruoli di potere e responsabilità, anche in contesti tradizionalmente dominati dal genere maschile.

 

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