Il 18 agosto 2017 è scomparso Sergio Zaniboni, uno dei più importanti e noti autori di fumetti italiani. Conosciuto soprattutto per avere disegnato a lungo Diabolik, il celebre personaggio creato da Angela Giussani, Zaniboni ha collaborato con molti altri editori. Sergio Zaniboni, nato a Torino il 4 agosto 1937, dopo avere lavorato come elettrotecnico si avvicina al fumetto da autodidatta, riuscendo quasi subito a entrare nel circuito editoriale grazie alle sue capacità tecniche e creative. I suoi primi lavori vengono pubblicati dall’editore milanese Gino Sansoni, marito di Angela Giussani, che da lui prende la passione per l’editoria popolare. Per Sansoni, negli anni sessanta, Zaniboni disegna una riduzione dei Promessi Sposi e alcuni racconti autoconclusivi su testi di Pier Carpi, pubblicati dalla sfortunata rivista Horror, la risposta italiana ai fumetti della Warren (Zio Tibia) a cui collaborano Castelli, Peroni e Battaglia. Nel 1969, Zaniboni entra in pianta stabile alle edizioni Astorina delle sorelle Giussani, dedicandosi completamente alle matite di Diabolik. Il suo tratto fotografico, giocato su contrasti netti e giochi di luce inesorabili, risulta l’ideale per le atmosfere noir del Re del terrore. Ben presto il disegnatore torinese diventa la colonna portante del personaggio, imprimendo alla serie il suo stile moderno che ancora oggi è seguito dai nuovi collaboratori. Mentre, in genere, i disegnatori abituati a lavorare su supporti fotografici risultano spesso statici e noiosi, Zaniboni riesce a utilizzare le foto in modo dinamico e creativo, senza appesantire la lettura né sconfinare nell’insopportabile “effetto fotoromanzo”. Il suo metodo di lavoro consisteva nello scattare foto ad amici e parenti messi in posa, nonché ad automobili, ambienti e paesaggi, dopodiché il tutto veniva ripassato con matite precisissime, inchiostrate poi da altri collaboratori. Con questo sistema il disegnatore ha prodotto oltre trecento episodi di Diabolik. La sua interpretazione del genio del Male e dell’algida Eva Kant è da sempre quella più amata dai lettori e dagli addetti ai lavori. Inoltre, per Il Giornalino delle edizioni San Paolo, negli anni settanta Sergio Zaniboni ha disegnato diversi personaggi. Con Claudio Nizzi realizza Il Tenente Marlo e con Alberto Ongaro firma la serie Il campione. Negli ottanta si affaccia alle riviste cosiddette d’autore, realizzando I Reporters, su testi di Giancarlo Malagutti, per la rivista Orient Express di Luigi Bernardi, mentre per Comic Art di Rinaldo Traini esegue i disegni di Pam e Peter, una serie leggera e deliziosa ideata da Luigi Mignacco. Il 1991 è l’anno del famoso “Texone” per la Sergio Bonelli Editore, sempre per i testi dell’affiatato Nizzi: senza dubbio uno degli albi più particolari della collana, ancora oggi ammirato e studiato. Zaniboni all’inizio della carriera ha lavorato anche per la pubblicità: lui è il creatore grafico del logo della Panini, il cavaliere stilizzato con la lancia che tutti i ragazzini dagli anni sessanta in poi hanno visto nei famosi album di figurine dei calciatori. Negli ultimi anni della sua gloriosa e lunga carriera, Zaniboni ha continuato a disegnare, collaborando con il figlio Paolo, deciso a ripercorrere le orme del padre. La critica specializzata, solitamente abbastanza distratta verso gli autori “popolari”, non ha mai ignorato il lavoro del disegnatore torinese, che tra l’altro è stato insignito del premio Anafi, nel 1990, e nel 2000 dello Yellow Kid alla carriera. Più importante ancora è l’affetto che il pubblico ha sempre dimostrato nei confronti di questo autore un po’ fuori dai riflettori, ma capace come pochi di catturare l’attenzione dei lettori. Con Zaniboni scompare una delle ultime grandi figure di quella generazione di artisti-artigiani capaci di segnare un’epoca con la sola forza della propria bravura e professionalità, senza mai perdersi in chiacchiere e polemiche sterili. Ciao Sergio, grazie di tutto. Navigazione articoli LA BATTAGLIA VINTA DA RECCHIONI L’UOMO RIDOTTO A BRUCO DI EDOGAWA RANPO