È venuto fuori a grande richiesta che volete un nuovo episodio di Lo Sapevi che…, la rubrica che ci porta a scoprire le curiosità sui film. Allora questo volta andiamo a buttare l’occhio su dieci curiosità che forse non sapevate su 1997: Fuga da New York (Escape from New York, 1981).

 

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Da dove nasce l’idea di Snake Plissken e della sua grande fuga da New York? In un’intervista, il regista John Carpenter disse che, fra le tante, la sua più grande fonte d’ispirazione per fuga da New York fu il romanzo di Harry Harrison Planet of the Damned. Era stato pubblicato agli inizi degli anni sessanta: romanzo e film condividono lo stesso leitmotiv.
Molto in brevis, è la storia di un uomo che non ha altra scelta se non andare in missione e lavorare per il governo.

 

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Non è che le ispirazioni finiscono qui, eh. Per esempio, una delle linee di dialogo più famose di Fuga da New York, è quella con cui più o meno tutti si rivolgono a Snake dicendogli “pensavo che tu fossi morto”. A parte la grattata che mi farei al posto suo, con molta probabilità questa cosa è stata presa di peso dal film del 1971 Il Grande Jake, con John Wayne. Ogni volta che nel film Wayne dice il suo nome, la risposta standard è proprio “pensavo che tu fossi morto”.

A ogni modo, Snake Plissken mica si rifà solo a John Wayne. Dentro di lui, c’è pure “il sangue” di un altro grandissimo: ovvero Clint Eastwood. Tralasciando il fatto che, la prima scelta per il ruolo di Snake fu appunto Eastwood, c’è da dire che l’attore Kurt Russell basò la sua performance proprio su quest’ultimo per caratterizzare il protagonista.

 

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Fin qui si è parlato di dove si è andato a pescare per il film. Però non dimentichiamoci per strada il dettaglio che Fuga da New York, è stato fonte d’ispirazione per tantissime opere successive. Un esempio? William Gibson, notoriamente conosciuto come il padre del Cyberpunk, ha affermato che il Neuromante, deve molto a Fuga da New York.

“Fui molto colpito da uno scambio di battute in una delle scene di apertura. Quando una guardia dice a Snake: “Hai già volato col Gullfire su Leningrado, vero?”. Insomma, è solo una semplice riga di dialogo. Però, per un momento ha funzionato come la migliore fantascienza, dove un semplice riferimento casuale può implicare molto di più”.

 

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Stessa cosa vale per Hideo Kojima, il creatore della saga del videogioco Metal Gear Solid. Spesso Kojima ha ribadito come Fuga da New York sia stata una delle sue maggiori fonti d’ispirazione e come, in effetti, Solid Snake si rifaccia molto a Snake Plissken. In effetti, nei capitoli del gioco i rimandi sono stati sempre evidenti. In Metal Gear 2: Sons of Liberty, Snake per quasi tutto il gioco usa l’alias “Pliskin” per nascondere la propria identità. Senza contare che Big Boss, da Metal Gear 3 in poi, con la benda sull’occhio è praticamente la copia esatta di Snake Plissken.

A proposito di benda sull’occhio: questa cosa di Snake guercio fu un’idea di Kurt Russell. Probabilmente influenzato da Il Grinta, altro famoso film con John Wayne.
Comunque sia, la benda tipo pirata sarà bella, figa, tosta e tutto quello che vuoi… però a un certo punto Russell si rese conto che fra un ciak e l’altro doveva togliersela. Indossarla costantemente gli aveva alterato la percezione della profondità, facendolo muovere come un ubriacone molesto.

 

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Voglio riprendere un attimo il discorso del Gullfire, quella specie di aliante tecnologico con cui Snake arriva a New York che tanto era piaciuto a Gibson.
In sostanza, Fuga da New York venne realizzato con un budget di sette milioni di paper-dollari. Vero è che quella era stata la cifra più alta che John Carpenter abbia mai avuto a disposizione fino ad allora. Ma è vero anche che con quei soldi non puoi permetterti delle riprese vere in wire-frame. Quindi la visuale in 3-D di New York, che Snake vede sul display del Gullfire, come l’hanno tirata fuori?

Semplice: per generare le immagini wire-frame hanno costruito un modello in scala della città, dipinto interamente di nero. Dopodiché hanno applicato del nastro bianco luminoso ai bordi degli edifici del modello, li hanno disposti in una griglia ordinata e quindi hanno spostato la telecamera attraverso il modello. Quando dici l’ingegno, eh? Tanto per la cronaca, il modello del set urbano è stato ridipinto e riutilizzato per Blade Runner.

 

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Una delle cose che più mi fa sconnettere di Fuga da New York è il fatto che il film non è stato girato a New York. Le riprese si sono svolte principalmente a Saint Louis, in Missouri. Per il resto si è andati a Los Angeles, in California, e ad Atlanta, in Georgia.
Mettere in piedi una variante apocalittica della metropoli nella vera New York sarebbe costato troppo. Si è deciso di optare per Saint Louis per una certa somiglianza estetica. E anche perché qualche anno prima, nel 1977, la città subì gravi danni per un incendio che mandò all’aceto buona parte del centro.

In più, venne utilizzata la stazione ferroviaria di Saint Louis per simulare il Madison Square Garden. Mentre quattro capannoni affittati a Los Angeles sono diventati il World Trade Center. L’unica scena girata veramente a New York è quella a Liberty Island, quando si vede la Statua della Libertà.

 

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Se l’intero film è stato girato a Saint Louis, come la mettiamo con la sequenza in cui l’elicottero vola su Central Park? Anche qui c’è la pezza magica. Infatti, la sequenza è stata girata a San Fernando, in California. Gli edifici sullo sfondo erano semplici fondali statici. Realizzati all’epoca da un giovine James Cameron, al secolo scenografo.

 

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Al di là di Jim Cameron, ci sono voluti due mesi per completare la post produzione di Fuga da New York. Le modifiche alla fotografia principale, la miscelazione e l’integrazione degli effetti visivi e compagnia cantate è stato fatto tutto presso lo studio del re dei b-movies Roger Corman.
Secondo le note di produzione, la New World Pictures di Corman ha utilizzato diversi effetti ottici, tra cui fondali opachi, glass paintings, modelli 3-D, time photography e modelli animati  per creare tutti gli effetti visivi del film.
Roy Arbogast, invece, ha supervisionato gli effetti “vivi, come le esplosioni e il funzionamento dei dispositivi meccanici. Da qui è nata la collaborazione di lunga data fra Arbogast e Carpenter, che avrebbero lavorato insieme su diversi progetti futuri. Tra cui il successivo film di Carpenter, La Cosa.

 

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Snake e il suo mondo distopico sono sempre stati infognantissimi, no? Ebbene, quanti anni sono che vogliamo vedere nuove avventure del personaggio? Di tanto in tanto spunta fuori qualche voce di un ipotetico remake, sequel, prequel o quel che diavolo sia, che, puntualmente dopo un po’ non se ne sa/fa più nulla.

Emblematico fu quando, nel giugno 2003, la I.G. Production iniziò il lavoro di  pre-produzione su un film animato di Fuga da New York. Mitsuru Hongo venne scelto per la regia, mentre lo script venne realizzato da Corey Mitchell e William Wilson. Con la supervisione dello stesso John Carpenter, di Debra Hill e pure di Kurt Russell. Inoltre, Carpenter avrebbe dovuto realizzare la colonna sonora mentre Russell, avrebbe doppiato Snake Plissken.
Il film doveva uscire nel 2005. Appunto: doveva. Alla fine della fiera, non so per quale motivo l’intero progetto è finito al cesso. L’unica cosa che resta è un teaser trailer e una raccolta di disegni dello storyboard.

 

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Per concludere in bellezza, un piccolo approfondimento circa il background di storia e personaggi. Sia in Fuga da New York sia nel successivo Fuga da Los Angeles vengono menzionate le passate imprese di Snake, giusto? Tipo le imprese a Leningrado, il passato nell’esercito, la rapina a Cleveland (tra l’altro, questa scena fu girata ma non inserita poi nel film) e cose del genere. Insomma, tutti elementi che danno spessore al personaggio, ma niente di veramente esplicativo o mostrato chiaramente.

Nel 1981 la casa editrice Bantam Books pubblicò una novelization di Fuga da New York scritta da Mike McQuay. Il romanzo è molto significativo, in quanto include situazioni che nel film vengono solo abbozzate.
Nella rapina alla Federal Reserve, Snake verrà catturato. Il romanzo, inoltre, fornisce motivazione e backstory sia a Snake sia ad Hauk (entrambi veterani di guerra), approfondendo il loro rapporto che nel film viene solo accennato.
In più viene spiegato come Snake perse l’occhio durante la battaglia di Leningrado nella Terza guerra mondiale, e come Hauk in seguito diventò direttore di New York solo per trovare suo figlio.

Il romanzo, in sostanza, esalta il mondo in cui questi personaggi si muovono. A quanto pare, in maniera persino più brillante di come sono descritti nel film. Dulcis in fundo, nella novelization viene spiegato che la West Coast è ormai terra di nessuno, e la popolazione del paese sta lentamente impazzendo a causa dei gas nervini utilizzati durante la guerra.

 

Benissimo, e con questo direi che è tutto.

Stay Tuned, ma sopratutto Stay Retro.

 

 

Un pensiero su “1997: FUGA DA NEW YORK – 10 COSE CHE FORSE NON SAPEVI”

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